Dalla lettura alla recensione: spunti per guidare alla scrittura autonoma in chiave WRW

Dalla lettura alla recensione: spunti per guidare alla scrittura autonoma in chiave WRW

Unire lettura e scrittura

Quando finiamo un libro che ci ha accompagnati per alcune settimane, proviamo sempre un’emozione intensa, soprattutto se la lettura è stata condivisa con altre persone, soprattutto se quelle persone sono i tuoi nuovi compagni di classe e sei un ragazzino di prima media, per il quale tutto rappresenta novità. E sappiamo anche che le novità possono portare con sé delle compagne meno piacevoli, come la preoccupazione e l’ansia di fronte ad una nuova situazione da affrontare.

Il laboratorio di lettura e scrittura opera in modo da ridurre questa possibile ansia da prestazione che potrebbe nascere nei ragazzi, offrendo modelli da seguire, procedendo passo passo, dando istruzioni esplicite e guidando la pratica in un contesto dove i feedback sono mirati e l’ambiente favorisce la sperimentazione autonoma.

All’inizio i lettori emergenti hanno bisogno di maggiore guida e supporto, sia nella comprensione che nella risposta al testo: ecco perché, durante la lettura ad alta voce del nostro primo romanzo, “Drilla” di Andrew Clements, ho cercato di fornire loro le prime strategie di comprensione e introdurre le prime annotazioni di lettura, stimolando la risposta personale al testo.

Per supportarli ulteriormente e celebrare i loro primi passi nel mondo del laboratorio di lettura, ho dedicato ampio spazio alla condivisione dei loro scritti e delle loro idee, sia durante la lettura che a fine sessione.

Grazie alla visualizzazione (raccontare poi disegnare una scena saliente appena letta), alle connessioni con la propria vita, alla formulazione di previsioni ed ipotesi su quanto potrebbe accadere, su cosa potrebbe fare il protagonista e al confronto tra personaggi tramite diagramma Eulero Venn e altre strategie, i ragazzi si sono addentrati nella storia, l’hanno vissuta e hanno scritto le loro prime annotazioni sul taccuino, condividendole e iniziando a fondare una comunità di lettori.

Poi la lettura si è conclusa e io non volevo lasciarmi sfuggire l’occasione di lavorare ad una lettera-recensione, una sorta di avviamento al commento letterario che avremmo poi ripreso nei mesi a seguire. Come fare quindi per guidarli in modo graduale nella stesura e nella difficile operazione di rielaborare e cucire le diverse annotazioni e riflessioni scaturite dalla lettura condivisa? Dovevo anche tenere in considerazione che questo per loro sarebbe stato il primo vero testo completo.

Mi è ritornato quindi alla mente un passo di 180 days (pag 75-76) nel quale Kelly Gallagher racconta di come, stretto dalla necessità di avere un testo finito consegnato in pochi giorni e avendo in classe scrittori che, nel suo caso, non sapevano come scrivere un saggio, abbia deciso di fornire un testo modello dal quale estrapolarne la struttura da seguire. Ecco una possibile strada.

Le fasi del lavoro

Avevo già introdotto ai ragazzi le varie fasi del processo di scrittura (prescrittura, pianificazione, stesura e revisione delle bozze, editing e pubblicazione) quindi, finito il libro, quando ho detto loro “Bene, considerate tutte le vostre annotazioni come tante parti della prescrittura, dove avete raccolto le vostre idee per un pezzo finale su Drilla, una lettera-recensione”, non si sono molto preoccupati: uno step del lavoro era cosa nota per loro, mancava solo capire cosa fosse questa “lettera-recensione”.

Mistero che si è risolto subito dopo, quando ne ho letto ad alta voce una mia, su un romanzo che stavo per inserire nella biblioteca di classe (Il trattamento ridarelli di Roddy Doyle) e a coppie si sono confrontati su quali elementi costituissero il testo. Abbiamo quindi creato alla lavagna una lista condivisa degli ingredienti fondamentali di una buona lettera recensione: come inizia? Ha dei paragrafi? Come iniziano? Quali aspetti evidenziano? Ci sono citazioni? E così via… E insieme abbiamo negoziato un possibile ordine da seguire, appuntando anche possibili inizi di frase da sfruttare nella fase di stesura delle bozze.

“Ora, taccuini aperti sul banco, prendete il vostro block notes e, seguendo la struttura che avete individuato e abbiamo scritto alla lavagna, provate a scrivere la vostra lettera-recensione su Drilla. Ricordate: le vostre annotazioni scritte durante la lettura su Drilla sono una fonte dalla quale attingere a piene mani”.

Così ho dato il via alla stesura del testo.

Nelle due ore seguenti mi sono avvicinata a quasi tutti i ragazzi, per delle brevi consulenze, partendo dagli scrittori che sapevo aver bisogno di un supporto maggiore per avviarsi. Il fatto di aver le annotazioni sul taccuino e una struttura da seguire li ha molto rasserenati e li ha spinti ad affrontare questa sfida con serietà e consapevolezza di poter riuscire.

Il giorno seguente, nell’ultima ora dedicata a questo testo, si sono occupati dell’editing e della pubblicazione su foglio protocollo.

Una impalcatura che guida e poi scompare

Questo loro primo testo è stato molto guidato e con una traccia (“Scrivere una lettera-recensione su Drilla”), ma segue il modello del cosiddetto apprendistato cognitivo (sviluppata da Collins, Brown e Newman, con radici a partire dagli studi di Vygotsky e Bruner) che sta alla base del laboratorio e si articola in queste fasi principali:

  • Modeling: il docente mentore fornisce un modello esperto da analizzare e seguire, mostra e mette in pratica strategie in contesto reale e significativo;
  • Coaching: il docente guida la pratica, fornendo feedback e suggerimenti;
  • Scaffolding: l’alunno sperimenta, sotto la guida del docente mentore, utilizzando strumenti e strategie condivise dal docente e già inizialmente sperimentate nella fase di coaching;
  • Fading: la guida e il supporto del docente vengono a ridursi progressivamente, per permettere all’alunno di sperimentare in autonomia quanto appreso.

Si tratta quindi di un lavoro in progressione, che guarda lontano: dopo questo testo guidato, i ragazzi si sono cimentati su una lettera-recensione di un romanzo scelto da loro (quindi con annotazioni scritte in autonomia, non più in classe a partire da una mia sollecitazione) e, l’anno prossimo ci ricollegheremo a questa esperienza quando inizieremo a parlare di commento al testo letterario.

Il percorso proposto può essere anche essere visto come una delle attività ponte per iniziare a cambiare impostazione didattica, per passare dal richiedere testi su traccia a lasciare maggiori libertà e possibilità di scelta agli studenti, in un’ottica di avvicinamento al laboratorio di lettura e scrittura.

 

Bibliografia

A. Clements, Drilla

P. Kittle, K. Gallagher, 180 days: two teachers and the quest to engage and empower adolescents

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