Piccole porzioni di mondo a portata di penna. Un percorso di “micro-nonfiction” per allenare lo sguardo curioso.

Piccole porzioni di mondo a portata di penna. Un percorso di “micro-nonfiction” per allenare lo sguardo curioso.

Love is the quality of attention we pay to things

(J.D. McClatchy)



Il fragile uovo di ceramica screziato di rosso, il sasso con una delicata venatura azzurra, il Millennium Falcon di mattoncini Lego, il vaso pieno di semi spinosi di liquidambar, il bastoncino bucherellato da una tarma paziente, la piccola rana di carta verde, il fumetto di Gon finito sotto il letto, la cuffia odorosa di cloro appesa in bagno. Le stanze che abitiamo sono musei alle nostre passioni, esposizioni personali più o meno temporanee che parlano dei loro autori: noi.

Come portare questi frammenti di mondo nel laboratorio di scrittura? Sappiamo che il WRW mette al centro gli studenti scrittori con la loro voce, voce che emerge via via più potente non solo nel racconto autobiografico ma in ogni genere che proponiamo in classe, e il testo espositivo è un luogo privilegiato per lasciare indizi di sé narrando del mondo.

Tuttavia, per evitare l’effetto tassonomico (e soporifero) di molte ricerche che da studenti abbiamo scritto e da docenti ci siamo trovati a correggere, infiniti elenchi di informazioni enciclopediche senza una direzione, è fondamentale che, nel primo percorso di nonfiction che proponiamo in classe, insegniamo a scrivere testi informativi brevissimi (tre paragrafi) e molto focalizzati.

Il percorso che sperimento con i miei undicenni è quindi incentrato principalmente su tre aspetti della prescrittura: l’osservazione dei meccanismi di brevi testi modello coinvolgenti, raccolti principalmente spulciando albi e riviste di divulgazione come “Planck” e “Internazionale Kids”, l’esplorazione dei propri interessi attraverso attivatori e annotazioni sul taccuino, la scelta del focus da dare al testo.

Per quest’ultimo passaggio è utile collegare la strategia di individuazione di un semino per il racconto autobiografico alla scelta dell’argomento per il testo espositivo, argomento che va poi esplorato “aprendolo in due” e suddividendolo in ulteriori sottoargomenti. 

Da subito i miei lettori/scrittori hanno notato che i testi che abbiamo ribattezzato “micro-nonfiction” sono più facili da maneggiare rispetto a quelli con un argomento troppo ampio e che possono diventare brevi capitoli di un ipotetico lavoro più lungo; abbiamo insomma cercato di assumere una doppia prospettiva: quella del microbiologo che presta attenzione al piccolissimo e quella dell’ecologo che nella sua visione tiene insieme il piccolo e il grande.

Per quanto riguarda le strategie di scrittura e revisione da proporre, credo sia importante non sovraccaricare le sessioni con troppe indicazioni, soprattutto durante il “primo giro” di scrittura del genere. Lavoro perciò su due fronti, proponendo alcune strategie a classe intera durante le minilesson (paragrafazione, incipit, explicit, lessico specifico) e altre durante le consulenze individuali o a piccolissimo gruppo, scelte in base allo scrittore o scrittrice con cui sto conversando (ad esempio uso di lessico sensoriale, coinvolgimento del lettore, strategie di correzione delle bozze).

Il percorso, come ogni volta, si conclude con il process paper del pezzo, scritto a partire da un elenco di domande-stimolo che ripercorrono tutto il processo di scrittura e, nel caso di questi microtesti espositivi, insistono sulla fase di raccolta, scelta e organizzazione delle idee.

Molti colleghi mi hanno confidato che avevano smesso di proporre la scrittura di testi espositivi perché gli studenti “copiano e incollano da Wikipedia” e che da quando utilizzano l’approccio del Writing Workshop hanno scoperto (o riscoperto) la soddisfazione di vedere i loro alunni entusiasmarsi nella ricerca e nella scrittura finalizzata alla condivisione di conoscenza. Li capisco: portare in classe un percorso su brevi testi espositivi significa proporre un genere che affonda radici profonde nel nostro essere Homo Sapiens, irriducibili esploratori e collezionisti di piccole o grandi porzioni di mondo.

 

Piccolissima e parzialissima bibliografia

Paola Vitale – Rossana Bossù, Chi sarà?, Camelozampa 2018
Lena Sjöberg, Fatti assodati sulle uova, Camelozampa 2020
Lena Sjöberg, Luci nella notte, Camelozampa 2020
David Hockney – Martin Gayford – Rose Blake, Alla scoperta delle immagini dalle caverne a internet, Babalibri 2018 
Michael Bright – Hannah Bailey, Il viaggio dei Sapiens – La nostra incredibile evoluzione dalla scimmia all’uomo del futuro, DeAgostini 2020
Rachel Williams – Freya Hartas, Piano piano…Osservare la natura per vivere senza fretta. 50 Storie, Giunti 2021

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