Le regole dell’estate. Accogliere per “fare il fiato”

Le regole dell’estate. Accogliere per “fare il fiato”

L’accoglienza

Settembre: è tempo di accogliere. Troppo spesso nelle nostre riunioni di programmazione ad inizio d’anno ci soffermiamo su cosa fare e come farlo, più raramente sul perché. Tornare a scuola è un’esperienza carica di emozioni contrastanti e dopo più di un anno di pandemia questo vale maggiormente: la sfida vera è accogliere i ragazzi e utilizzare tutta questa emotività, catalizzarla e farne spunto di riflessione e metacognizione. Io scelgo di dedicare due settimane all’accoglienza: quindici ore almeno che ci permettano di osservarci e ascoltarci reciprocamente, una serie di attività che costituiscano un portfolio dell’accoglienza, in cui possano tracciare il loro percorso fino a lì. Spesso utilizzo testi letterari, poesia soprattutto, non perché siano analizzati e studiati, ma perché facciano da testi guida: letteratura come strumento per riflettere su se stessi, come fonte di parole per descrivere la realtà. Mutato nomine, fabula de te narratur: pur con nome diverso, nella storia si parla di te, così scriveva Orazio, a ragione. I testi ci parlano, noi siamo in dialogo con loro, se riusciamo a comprenderli e a entrarci dentro: i testi ci aiutano a capire noi stessi. Oltre a testi letterari uso canzoni e immagini, con il medesimo scopo di attivare e guidare la riflessione e la discussione. Da qualche anno sperimento l’uso della letteratura a colori: libri illustrati o wordless picture book, un mezzo straordinario per entrare in argomento e per permettere ai ragazzi di avere intuizioni, di farsi trasportare dalle immagini, di decodificare significati e significanti; più i ragazzi sono piccoli più si sentono liberi nel lanciarsi in interpretazioni e commenti. 

Accoglienza al secondo anno

Siamo in seconda secondaria di primo grado: alle spalle una classe ponte, di fronte una classe che dire complessa è poco, lo sappiamo tutti. I ragazzi non sono più bambini, l’adolescenza è definitivamente esplosa, la concentrazione è spesso un miraggio, le emozioni si amplificano, come anche le frizioni e gli scontri. Una classe che promette di essere effervescente e che ha ancora un piede nell’estate. 

In questo articolo proverò a spiegare il percorso che ho effettivamente svolto con i ragazzi nell’anno scolastico 2020/21; troverete molte strategie con cui i ragazzi avevano già familiarità dopo il lavoro dell’anno precedente. Riprenderle è servito a vedere quando fossero effettivamente diventate routine: cosa vedi/cosa noti/che domande ti fai/ la visualizzazione, il grafico della trama, il simbolo.

 

Un percorso di accoglienza in diverse fasi

  1. # accoglienza: una canzone per iniziare.

Ci tengo molto che ogni nostra lezione abbia un titolo o dichiarato da me o individuato dai ragazzi alla fine dell’attività; l’idea dell’hashtag, che è di Agnese Pianigiani, è un modo per richiamare un linguaggio che i ragazzi conoscono e usano. In questa prima fase ho proposto l’ascolto di questa canzone “Credo negli esseri umani” di Marco Mengoni, scelta per l’immediatezza, l’alta comprensibilità del testo ma anche per il suo messaggio profondo.

Dopo l’ascolto, prima della discussione, ritengo importante che ciascuno possa riflettere da solo, annotando sul taccuino i propri spunti con questo schema guida:

Scrivi le parole/ le frasi che ti hanno colpito e ti si sono fermate nella testa. Non preoccuparti di scegliere le frasi più belle o significative, soffermati su quelle che hanno catturato la tua attenzione, i motivi possono essere tanti (la tua storia personale, i racconti degli amici, semplici ricordi o connessioni). 

Dopo questa fase chiedo ai ragazzi di confrontarci tutti insieme: mentre espongono le loro idee, io annoto alla LIM. Notiamo quindi che ci sono emozioni che hanno in comune, differenze e punti di vista che affiorano.

     

     2. #la mia estate

È ora il momento di fare il punto sull’estate appena trascorsa, tema che ho scelto per L’ACCOGLIENZA.

Guarda il foglio bianco e pensa a questa estate…

Qual è la tua parola?

Scrivila in grande e illustrala.

Poi mostracela

Con questa classe per tutto il primo anno ho lavorato sulla differenza tra un’illustrazione che riprenda in modo didascalico il testo e una che sceglie invece una chiave simbolica; sono state scelte entrambe le modalità: qualcuno ha rappresentato fedelmente un episodio, qualche altro ha scelto di illustrare con piccoli disegni chiave e una didascalia, un paio di ragazze hanno presentato un’immagine simbolica, che hanno poi decodificato e spiegato alla classe.

Dopo aver illustrato la loro parola dell’estate si sono confrontati in gruppetti di quattro. Alla fine ciascun portavoce ha relazionato alla classe con questo schema:

Quali sono le parole del nostro gruppo?

Hanno dei punti in comune?

Come erano i disegni? (simbolici? didascalici?)

Quale ci ha colpito di più? Perché? 

 

     3. #………………………………………………..

Per questa ultima fase lascio vuoto il titolo: verrà inserito dai ragazzi alla fine.

Ho scelto di leggere l’albo di Shaun Tan Regole dell’estate (Rizzoli 2015).

Ma prima di leggere l’albo con loro ho costruito l’aspettativa e creato lo scenario perché potesse essere accolto nel miglior modo possibile.

  • LETTURA DELLA COPERTINA

Per prima cosa ho mostrato loro la copertina alla LIM, da cui ho nascosto il titolo e posto queste tre domande: Cosa vedi? Cosa noti? Che domande ti fai? Queste tre domande sono una chiave di volta della comprensione e sono ormai una routine della mia classe fin dal primo anno: potete proporle in versione scritta o usarle per discutere in classe. 

Cosa vedi? Si tratta di mettere in luce ciò che per prima cattura l’attenzione.

Cosa noti? A un secondo sguardo cosa osserviamo? Come sono disposte le figure nello spazio? Come sono i colori? Come dialogano tra loro parole e immagini?….

Che domande ti fai? Abituare i ragazzi a fare le domande significa stimolare la curiositas, abituarli a cercare risposte, provare a costruire insieme il significato. 

Alla discussione sono seguite queste due attività: 

Dai un titolo al libro in base alle tue ipotesi. 

Scrivi cosa ti aspetti che succeda nella storia raccontata. 

Ho guidato così i ragazzi a fare delle previsioni, legate alla decodifica dell’immagine e non al testo scritto.

  • LETTURA DELL’ALBO

È ora il momento della lettura dell’albo che ho proposto in tre modalità diverse:

    • lettura albo intero con il libro. Eravamo in esterno, seduti in cerchio e distanziati, ho letto il testo e mostrato le immagini. Non prima di aver analizzato la forma del volume, il materiale usato, il tipo di carta. Alla lettura è seguita una prima discussione su queste domande guida: allora cosa ne pensate? Vi è piaciuto? Che parole usereste per descriverlo? Cosa vi ha colpito? Di cosa parla questa storia?
    • lettura solo immagini. Tornati in classe, alla LIM abbiamo riletto il testo solo con le  immagini, soffermandoci sui particolari, la discussione che ne è seguita è stata guidata da queste domande: avete scoperto qualcosa che prima vi era sfuggito? Come sono costruite le immagini? Quale vi ha colpito di più? Trovate un legame tra le immagini?
    • lettura albo intero alla LIM. Ho mostrato il testo scansionato lo abbiamo riletto per la terza volta. Le domande hanno ora hanno riguardato il percorso svolto: è cambiata la tua lettura del testo? Perché? Quale è la tua ipotesi sulla storia?


  • COMPRENSIONE

Nel processo di comprensione tre sono le fasi che si attivano: ricostruzione del testo, interpretazione del testo, reazione al testo (cfr. Cavadini, De Martin, Pianigiani, Leggere, Comprendere, condividere, pp.40-43), le ho così applicate all’albo di Tan. Alcune di queste strategie sono state assegnate per compito, vista la familiarità con esse che la classe già aveva maturato.

Ricostruisco il testo

  1. Visualizzazione: pensa alla tavola che ti ha più colpito, chiudi gli occhi e ricostruiscila nella mente come se facessi un film. Ora apri gli occhi e disegnala nel modo più dettagliato possibile, puoi aggiungere delle didascalie. 
  2. Disegna la curva della narrazione di questo albo. 
  3. Ora prova a riscrivere l’albo come se fosse una storia senza immagini (questa attività sarebbe bene farla in gruppo, dopo che ciascun ragazzo ha fatto la sua curva della narrazione). 

Interpreto il testo

Per questo albo ho scelto di lavorare sui simboli presenti usando la seguente tabella:

simbolo

ipotesi sul significato

cosa te lo fa dire

     
     
     

Il lavoro sui simboli non è stato calato dall’alto, ma ha ripreso alcuni concetti approfonditi l’anno precedente: cos’è un simbolo? Esistono simboli universali? Esistono simboli propri di una cultura? Esistono simboli che sono tali solo per quel testo?

Per i simboli da sempre utilizziamo in classe i dizionari dei simboli, prezioso alleato nella decodifica, ne suggerisco due:

Reagisco al testo

Come attività di rielaborazione personale ho proposto:

Lasciandoti suggestionare dal testo di Tan, scrivi una tua regola dell’estate e illustrala. 

Insieme alla loro tavola hanno consegnano una sorta di process paper in cui hanno sviluppato i seguenti punti:

Il mio testo

Qui scrivete una piccola descrizione della vostra tavola. 

L’ideazione

Come sei arrivato a disegnare la tavola? Come hai scelto la tua regola? Da dove ti è nata l’idea? A cosa ti sei ispirato? 

Il disegno

Quali colori hai scelto? Ci sono alcuni simboli? come il tuo disegno dialoga con il testo?

Commento personale

Cosa ne pensi della tua tavola? In cosa ti convince? Cosa avresti potuto migliorare? Mettila a confronto con l’albo che abbiamo letto.

 

Celebrazione

Alla fine di questo percorso abbiamo fatto una celebrazione che rappresentava anche l’impegno a costruire una classe unita e propositiva. Dopo aver raccolto le tavole di tutti, abbiamo scelto l’ordine in cui inserirle in un ipotetico testo generale dal titolo: “Le regole dell’estate della 2A”; ben lontani dall’organicità del racconto di Tan ne è uscito un insieme di storie fresche, ironiche e surreali, che abbiamo letto insieme e messo a disposizione della scuola. Prendo in prestito alcune delle regole più divertenti:

  1. MAI FARE I COMPITI DURANTE UN’INVASIONE ALIENA (Andrea che ha spiegato così i suoi compiti estivi diciamo… poco curati);
  2. MAI SFIDARE UNA SQUADRA DI RAGAZZE PENSANDO DI VINCERE (Simone dopo la sconfitta 8-3):
  3. NON CORRERE FUORI DALLA PISCINA (Sara, cronaca di un capitombolo senza conseguenze).

Concludendo

So bene che di questo percorso possono spaventare la lunghezza e il tempo da dedicarci, ma posso garantire che, personalmente, lo ritengo il modo migliore per rientrare nella routine scolastica, per creare il clima di classe, per poterli osservare dopo uno stop così lungo. Grazie a un lavoro di questo tipo richiamerete a memoria le strategie affrontate gli anni precedenti, potrete vedere con mano quanto siano davvero diventate “roba loro”. Insomma, due settimane di immersione, che a me ricordano la preparazione atletica quando si ricominciava il campionato, la fatica necessaria per “avere il fiato” per le imprese future.

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