Dare valore per aiutare a crescere: la valutazione nel Writing & Reading Workshop. Seconda parte.

Dare valore per aiutare a crescere: la valutazione nel Writing & Reading Workshop. Seconda parte.

segue dalla prima parte

Nel concreto

Proverò ora a elencare uno per uno gli strumenti e le attività che sottopongo a valutazione, senza dimenticare però che qualsiasi nostra azione in classe è un’azione valutativa, che serve a dare valore ai ragazzi.

 

Il taccuino

Il taccuino è uno strumento complesso e noi non dobbiamo caricarlo di troppi significati. Non è il cuore del WRW, ma uno strumento, un simbolo, un luogo deputato alla riflessione personale. È importante e molto funzionale alla lettura e alla scrittura, ma non deve crearci ansia e frustrazione: il nostro compito è insegnare a leggere e a scrivere e il taccuino serve proprio a quello, non è il diario o il luogo per sfogarsi. Dopo qualche anno di esperienza noto che in “prima media” funziona molto bene (come anche la “sedia dello scrittore”, altro simbolo), lentamente poi l’interesse scema e lì dobbiamo essere abili a tenerlo vivo, attraverso annotazioni guidate e attivatori. Semplificando, il taccuino è uno strumento per la riflessione e le annotazioni personali, complementare al quaderno di lavoro; qualche alunno poi giunge all’autonomia nelle annotazioni, ma sono rari, il grosso si limita alle annotazioni assegnate, soprattutto nei periodi di vacanza. Proprio perché il taccuino contiene un repertorio di riflessioni personali, la sua valutazione è diversa: normalmente ritiro i taccuini una volta a quadrimestre e dopo le “grandi annotazioni” (ad esempio la Sfida dell’estate o le Annotazioni sotto l’albero).

Sfoglio i taccuini e non li correggo, ma qua e là segnalo e commento le annotazioni più interessanti con semplici feedback: “bello”, “interessante”, “sono d’accordo”, “sarebbe bello che approfondissi questo punto” oppure con domande. Un’idea ulteriore è quella di far scegliere ai ragazzi le annotazioni più interessanti da proporre al docente per la correzione e valutazione: in tal caso avremo una valutazione su un compito preciso.

La valutazione finale (1) del taccuino prevede un giudizio che considera i seguenti indicatori:

  1. puntualità delle annotazioni;

  2. ordine, precisione, correttezza;

  3. profondità e originalità.

 

I testi scritti

Due sono le tipologie di scrittura che chiedo ai ragazzi: testo libero all’interno di un genere e testo su traccia.

Perché continui a proporre testi su traccia è presto detto: sarà la prova che dovranno sostenere all’esame di licenza, serve loro ad abituarsi ad applicare lo schema del Writing Workshop anche con tempi ridotti, inoltre il testo tradizionale mi viene richiesto nella programmazione per classi parallele. Come già detto, il nostro lavoro si inserisce all’interno di una realtà di lavoro da cui non possiamo prescindere, per cui ci verranno chieste prove comuni molto diverse da quelle a cui di solito abituiamo i ragazzi. Ben vengano: il fatto che i ragazzi riescano a svolgerle dimostra, se ce ne fosse bisogno, che lavoriamo sulle competenze di lettura e scrittura.

Sia il testo libero all’interno del genere sia quello su traccia sono accompagnati dal process paper che descrivere la progettazione e pianificazione del testo e costituisce l’autovalutazione da parte dei ragazzi. Lo schema che seguono è questo:

  1. Primo paragrafo: racconta da dove hai preso le idee per il tuo pezzo e come hai raccolto le idee in prescrittura.

  2. Secondo paragrafo: racconta quali tecniche hai usato durante le bozze, chi ti ha sostenuto e quali suggerimenti ti sono stati utili, quali difficoltà hai incontrato e come le hai risolte.

  3. Terzo paragrafo: racconta quali cambiamenti hai apportato al pezzo in fase di editing e perché, come hai corretto e rifinito il pezzo.

  4. Quarto paragrafo: come giudichi il tuo pezzo? Quali sono i suoi punti di forza? In cosa sei soddisfatto? In cosa potresti migliorarlo?

Giacché il process paper rientra all’interno delle competenze di scrittura, questa è la griglia che uso nella valutazione dei testi e che è ispirata alla griglia proposta da Jenny Poletti Riz nel volume Scrittori si diventa:

 

Per niente

(0,7)

Poco

(1,2)

Abbastanza

(1,5)

Sì molto bene

(2)

Scorrevolezza nella narrazione. Nel racconto hai inserito sequenze di diversa tipologia (dialoghi, descrizioni, riflessioni, azioni) ben legate fra loro.
Nel tuo testo hai utilizzato le tecniche di scrittura più adatte a questo genere e sei stato in grado di far ricostruire la scena agli occhi del lettore, utilizzando un lessico ricco e appropriato.
Il testo è corretto nella sua forma: in particolar modo mantieni coerenza nei tempi verbali, usi correttamente la punteggiatura e non ci sono errori ortografici.
Durante la stesura del testo hai lavorato con impegno serietà e precisione rispettando la scansione (prescrittura, stesura, revisione, editing).
Processo di scrittura: il tuo process paper è completo personale e approfondito.

 

Ovviamente, i descrittori della griglia cambiano se si tratta di testo di fiction o di non fiction o di testo poetico e tengono conto delle rubriche delle caratteristiche del genere che compiliamo in fase di immersione.

Quando riconsegno loro il testo dopo la mia correzione, attacco un post it con scritto GOAL: lì trovano elencati gli obiettivi su cui si dovranno concentrare nel testo successivo.

 

Il testo poetico

Come valutare un testo poetico? Me lo ripeto ogni anno: in questo modulo chiediamo ai ragazzi di lavorare sia sul piano formale che di scavare dentro di sé. La scrittura ha il potere di essere un apriscatole delle nostre emozioni e dei nostri sentimenti e ciò si realizza ancora di più con la poesia, per cui tradurre un testo poetico in un numero rischia di ottenere l’effetto contrario.

Io ho deciso di risolvere in questo modo: anzitutto considero tutte le consegne che mi vengono date (ne chiedo tre, ma spesso i ragazzi me ne consegnano molte di più). Considero il punto da cui sono partiti e i risultati raggiunti; segnalo loro le poesie che mi paiono meglio riuscite, sottolineo i versi più incisivi. La valutazione viene espressa da un giudizio che considera il laboratorio di poesia, non solo il testo prodotto, e che tiene conto dell’intero lavoro che ho visto svolgere in classe, dell’attenzione e della partecipazione durante la lezione.

 

La comprensione del testo

Un capitolo a parte potrebbe prevedere la valutazione oggettiva nella comprensione del testo. Spesso le prove comuni d’Istituto, infatti, sono basate su richieste modellate sulla prova di rilevazione nazionale INVALSI. Non entro nel merito della validità della prova per analizzare la competenza in lingua italiana: certo è che può essere un sistema per registrare la competenza nella comprensione del testo, limitatamente ai messaggi espliciti. Considero queste prove per quello che sono e non addestro i ragazzi, mi limito a spiegare loro come funzionano, esattamente come se fossero un genere (2): come leggere le domande, decodificare gli item, ragionare per giungere alla risposta corretta. L’abitudine quotidiana però all’ermeneutica e all’analisi del testo è propedeutica anche a questo tipo di prova, i miei studenti non hanno mai avuto particolare difficoltà nell’affrontarlo.

Sulla comprensione del testo, lo strumento che utilizzo è il commento scritto, tecnica che inizio a spiegare in seconda, partendo dalla lettera recensione (3) (qui l’esempio della prova d’ingresso per la classe terza), per poi giungere al commento vero e proprio che segue una struttura e uno stile ben preciso solo in terza.

 

Valutazione nel laboratorio di lettura: parlare e scrivere di libri – commentare un testo in modo autorevole

Chiariamo un punto: valutare nel laboratorio di lettura non significa valutare chi più legge e nemmeno valutare le discussioni sui libri che sono libere e spontanee; certo, spesso alla fine delle discussioni io mi annoto alcune considerazioni su qualità e varietà degli interventi, ma nel laboratorio di lettura non c’è alcuna valutazione numerica.

Tuttavia ritengo che il nostro obiettivo di docenti sia insegnare loro a parlare e a scrivere di libri in modo competente. Soggetti alla valutazione possono dunque essere tutte le attività di presentazione dei libri secondo i seguenti indicatori:

  • rispetto del format richiesto (lapbook, one pager, book talk, lettera recensione, commento letterario…);
  • linguaggio adeguato alla situazione comunicativa;
  • informazioni pertinenti.

 

L’oralità

Noi insegniamo a leggere e scrivere, ma non dobbiamo dimenticarci dell’oralità: è estremamente importante insegnare ai ragazzi ad esprimersi in modo corretto, efficace e puntuale (e direi anche coerente e coeso). Se scrivere è pensare su carta, parlare è dare voce al pensiero: tanto la scrittura è basata sul tempo, il processo e la pianificazione, quanto l’oralità si nutre della velocità e dell’hic et nunc, ma questo non significa che non possa essere una tecnica studiata, insegnata, sperimentata e valutata in classe.

Oltre alle discussioni sui libri, tre sono le attività che propongo per lavorare sull’oralità e valutarla: l’approfondimento, la preparazione di una lezione e l’interrogazione.

Per approfondimento intendo la ricerca su un argomento circoscritto che viene poi relazionato alla classe attraverso presentazioni: fin dalla prima lavoriamo su come si imposta una ricerca, su come parlare in pubblico e su come trovare le parole e i modi migliori per raccontare in classe (4). Mi capita di frequente (soprattutto al terzo anno) di affidare un compito di ricerca-azione ai ragazzi: la preparazione di una lezione. I compiti possono essere diversi: spiegare una poesia alla classe, un testo, un evento. Affido loro l’argomento, con la bibliografia di riferimento e a loro sta il compito di spiegare alla classe, facendo una vera e propria lezione, compresa di attività da svolgere sul taccuino o sul quaderno.

E l’interrogazione tradizionale? Quella basata sulla domanda del docente e risposta del ragazzo? Strumento attraverso il quale indagare sulla conoscenza dei contenuti, la capacità di rispondere a domande in situazione di stress, argomentare collegare ed esprimere le proprie idee? Ammetto di usarla poco e soprattutto durante i moduli di letteratura; in queste disputationes dialoghiamo partendo dal testo e, pur all’interno delle informazioni richieste, proviamo a negoziare i significati del testo. Soprattutto in vista delle scuole superiori, mi sforzo di abituarli anche all’interrogazione tradizionale.

 

Portfolio e biografia cognitiva

Fin dalla prima i ragazzi conservano tutti i loro pezzi e le attività che hanno ritenuto più importanti in un portalistino (come sempre accade qualcuno li ha conservati tutti per bene, altri li hanno sparsi, altri ancora credo li avranno persi. Questo lo scrivo per tranquillizzare, i miei ragazzi sono uguali a tutti gli altri). Mia intenzione, alla fine del triennio, è far scrivere loro un pezzo chiamato “la mia biografia del lettore e dello scrittore”, nel quale possano riflettere sui loro progressi attraverso l’analisi dei loro testi e dei taccuini, soprattutto per la lettura: è nel taccuino che sono registrati tutti i libri letti. L’esame di terza sarà, poi, l’occasione per  raccontare davanti alla commissione la propria storia di scrittore e di lettore. Si tratta di costruire, cioè, la propria biografia cognitiva e quindi analizzare il punto di partenza, i progressi fatti e le consapevolezze acquisite come lettori e come scrittori, rileggere tutto il loro materiale per dare senso alla realtà e al percorso costruiti. Saranno quindi loro a completare una sorta di personale certificazione delle competenze di lettura e scrittura.

 

In conclusione

Valutare è dunque un altro modo per conoscere i ragazzi, per aiutarli a crescere e per assolvere alla nostra funzione di adulti autorevoli che accompagnano, sostengono, valutano e non giudicano. Non si tratta un percorso a senso unico, dal docente al discente, ma piuttosto di un costante scambio, di una relazione all’interno del sapere: una forma di conoscenza di sé e dell’altro. Perché valutare significa, prima di tutto “dare valore”, aiutare ciascuno a capire i propri punti di forza e i propri limiti.

 

Note

(1) Si suggerisce anche la scheda di osservazione e valutazione del taccuino contenuta in Scrittori si diventa.

(2) Indicazioni in tal senso si trovano anche nel libro della Rief, Read Write Teach, Heinemann editore.

(3) Atwell Nancie, In the Middle (terza edizione 2015), p. 254.

(4) Alla fine del percorso sul racconto autobiografico e biografico in terza, ad esempio, ho assegnato a ciascuno studente un personaggio in linea con le loro passioni, fornendo loro la bibliografia di riferimento: ciascuno ha poi impersonato il suo personaggio, usando la prima persona e portando con sé un oggetto che lo rappresentasse. Molto utile per trovare personaggi è il testo di Roberto Gazzaniga, Abbiamo toccato le stelle, Rizzoli.

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