Lettori che crescono con insegnanti che riflettono

Lettori che crescono con insegnanti che riflettono

Le giornate di maggio scorrono veloci come nuvole sospinte dal vento primaverile. Il nostro pensiero corre a giugno e alle incombenze di chiusura dell’anno scolastico, ma bussano discreti alle nostre spalle i mesi trascorsi in aula che ci chiedono di non essere abbandonati. Sanno molto bene che affinché settembre sia produttivo, è necessario che li esaminiamo e soppesiamo l’efficacia di quanto proposto in classe. Semplice sarebbe liquidare questo periodo come “annus horribilis”, seppellirlo tra le macerie e la stanchezza che ci stiamo scrollando di dosso. Dobbiamo resistere a questa tentazione e invece ricavarci dei momenti per ripensare in tranquillità a ciò che è stato, avviando una pratica riflessiva fruttuosa.

Come già accaduto più volte, ci è stato d’aiuto il blog Two Writing Teachers, giardino fioritissimo che siamo solite esplorare andando alla ricerca anche di articoli passati ma ancora assai attuali. In particolare la nostra attenzione si è posata su questo articolo nel quale Anna Gratz Cockerille racconta un’attività di metacognizione e autovalutazione molto efficace che ha condotto con un team di colleghi per tirare le fila sul laboratorio di scrittura. Abbiamo deciso quindi di prendere spunto dalle sue riflessioni per mettere sotto la lente d’ingrandimento l’andamento del laboratorio di lettura nelle nostre classi, una prima media per Anna e una seconda media per Alice. Perché lettura e non scrittura? Perché ci è sembrata la normale tappa conclusiva di un percorso di condivisione e collaborazione che avevamo già intrapreso da mesi. 

Così, guardandoci negli occhi grazie a Skype, abbiamo iniziato a raccontarci come è andata quest’anno, senza il timore di essere giudicate e con la serenità che deriva dall’intento comune di migliorare la nostra efficacia didattica. 

I focus della nostra chiacchierata sono stati questi: 

  • lettura individuale
  • lettura ad alta voce
  • consulenze
  • prove che i lettori hanno un repertorio di strategie

Speriamo possano essere d’ispirazione anche per altri docenti. Ovviamente non si tratta di argomenti prescrittivi: possono essere cambiati e adattati sulla base di quanto sperimentato in classe. 

 

Lettura individuale

Anna dedica un’ora a settimana alla lettura individuale e richiede almeno mezz’ora di lettura quotidiana del romanzo scelto che monitora sia registrando lo status di lettura (numero di pagina) sia durante le consulenze individuali. La classe fin dall’inizio si è dimostrata molto eterogenea. Rispetto alle prime settimane di laboratorio, la maggior parte dei giovani lettori di Anna dimostra una maggiore consapevolezza nella scelta del libro, una maggiore resistenza e coinvolgimento: i ragazzi stanno maturando un loro “gusto” personale, che esprimono con maggiore consapevolezza.
Durante la DAD la lettura individuale è stata meno monitorata, mentre il lavoro sulle competenze di lettura si è concentrato sulla lettura ad alta voce di un romanzo.

L’obiettivo principale di Alice per la sua seconda media è stato quello di lavorare soprattutto sulla lettura individuale che aveva molto sofferto durante il lockdown del 2020 a causa della difficoltà degli studenti di procurarsi libri, nonostante Alice avesse condiviso molte videoletture e registrazioni audio che venivano commentate e discusse durante le videochiamate. Quindi ha deciso di proseguire l’abitudine di dedicare almeno 10-15 minuti ogni giorno, all’inizio delle ore di italiano e storia, alla lettura individuale. Questa scelta deriva dalla necessità degli alunni di essere molto sostenuti e accompagnati nel percorso: all’inizio dell’anno solo pochi studenti avevano maturato l’abitudine alla lettura individuale pomeridiana. Grazie a questi momenti di lettura a scuola, monitorati tramite status di lettura frequenti e sostenuti da numerose consulenze, è stato possibile notare un miglioramento nel coinvolgimento e nel prolungamento del tempo di lettura.
Prima dell’avvio della DAD, memore della difficoltà dei ragazzi di procurarsi libri durante il lockdown, gli studenti sono stati invitati a prendere almeno due libri della biblioteca di classe, oltre a quello che stavano già leggendo. Questo ha permesso loro di continuare il percorso anche durante la quarantena.
Questi miglioramenti sono emersi anche nelle riflessioni fatte dagli studenti stessi, grazie ai questionari metacognitivi proposti a gennaio e a inizio maggio: tutti hanno segnalato un incremento dei livelli di attenzione, dei tempi di lettura a casa e del numero di libri letti.
Durante queste ultime settimane di scuola, Alice dedicherà sempre più tempo a presentare e consigliare nuovi titoli, in modo da stimolare e sostenere la lettura estiva.

 

Lettura ad alta voce

All’inizio del primo quadrimestre la scelta di Anna di leggere Drilla di Andrew Clements si è rivelata vincente, anche se fatta senza conoscere in modo approfondito la classe: il testo è semplice, alla portata di tutti ma allo stesso tempo molto coinvolgente anche per i lettori esperti, abituati ad affrontare testi dal volume maggiore. Questo grazie alla caratterizzazione dei personaggi e alla trama che si presta a numerose riflessioni e condivisioni. La lettura è stata svolta in maniera immersiva, durata tre settimane, per la maggior parte delle ore di italiano ed ha svolto la funzione di avviare il laboratorio di lettura e fornire le prime strategie di comprensione.

Nel secondo quadrimestre, a cavallo tra didattica in presenza e DAD, Anna ha deciso di proporre un testo più sfidante che facesse da ponte tra laboratorio di scrittura e laboratorio di lettura: Annette Huizing, Come ho scritto un libro per caso. La lettura ad alta voce era già entrata a far parte del DNA di lettori dei suoi alunni, perciò l’attività è stata coinvolgente e fruttuosa: i ragazzi si sono messi in gioco partecipando al dibattito e confrontandosi anche su tematiche profonde che a mano a mano emergevano durante la lettura. A questo proposito è stato fondamentale il thinking talking dell’insegnante, che sottolineava di volta in volta aspetti formali o contenutistici che emergevano e meritavano un approfondimento.
Una difficoltà osservata durante il periodo di lettura in DAD è stata la qualità delle annotazioni sul taccuino a partire dalla lettura condivisa: Anna ha rilevato spesso annotazioni incomplete o frettolose, nonostante il modeling svolto in classe nelle settimane precedenti. 

Come già visto, a settembre Alice ha deciso di focalizzarsi principalmente nel sostenere la lettura individuale nel primo quadrimestre, ma, consapevole dell’importanza del modeling e della necessità di rinsaldare i legami sfilacciati a causa della lontananza e della pandemia, ha dedicato le prime tre settimane di lezione alla lettura immersiva di La danza delle rane di Guido Quarzo e Anna Vivarelli, grazie al quale ha richiamato alla memoria dei giovani lettori le principali strategie viste l’anno precedente e partecipato ad accese discussioni sulla trama e sulle scelte dei personaggi. 

 

Consulenze

Data la situazione e l’impossibilità di avvicinarsi molto agli studenti – elemento cardine del rapporto a tu per tu che si instaura durante le consulenze – sia Alice che Anna non sono soddisfatte di come hanno lavorato su questo aspetto. Anna, quando ha avviato la lettura individuale, ha dedicato molte energie al guidare i ragazzi nella scelta del libro, per evitare il senso di sfiducia e disaffezione che potrebbe nascere quando si sceglie un libro non adatto alle proprie competenze. Alice, per sostenere la motivazione, si è dedicata soprattutto a quelle che Jennifer Serravallo chiama compliment conferences: brevi colloqui nel quali il docente nota un atteggiamento positivo o l’applicazione di una strategia da parte di un ragazzo e lo mette in risalto attraverso un complimento. 

Ma, per evitare un contatto prolungato e troppo ravvicinato con gli studenti, in entrambe le classi le consulenze sono state ridotte all’osso, nella classe di Anna si sono invece intensificati i booktalk, che aprivano ad affondi che l’insegnante proponeva all’intera classe. 

 

Prove che i lettori hanno un repertorio di strategie

Nel primo anno del laboratorio di lettura è necessario insistere molto nell’applicazione delle strategie e Anna durante il periodo di DAD si è resa conto che l’approccio strategico non era stato interiorizzato perché le annotazioni sui taccuini, come detto sopra, non erano soddisfacenti. Anna ha deciso di intervenire subito sul problema in vari modi: innanzitutto segnalando alla classe quanto rilevato e stimolando un confronto su questo argomento. Questo primo passaggio è stato fondamentale, proprio perché è emersa la difficoltà dei ragazzi ad annotare in modo costante, variando la tipologia di annotazioni.
Quindi, il passaggio successivo è stato quello di creare un cartellone che richiamasse alla mente dei ragazzi le diverse strategie applicate durante le letture condivise nei mesi precedenti. Questo cartellone è diventato un repertorio cui fare riferimento quotidianamente che sostiene la scrittura di annotazioni mirate, non generiche.
Anna poi ha deciso di mettersi in gioco con gli alunni e realizzare un proprio taccuino del lettore in formato digitale, da condividere con loro. In quel periodo stava leggendo Capriole sotto il temporale di Katherine Rundell e ha cercato di annotare utilizzando le strategie del cartellone e in modo da offrire un ventaglio di possibilità vario e di qualità. Questa condivisione del taccuino è stata decisiva perché ha rassicurato, fornendo un’ulteriore guida. Anna inoltre, durante le consulenze, ha utilizzato le sue annotazioni come modello, invitando gli studenti ad andare a rivedere di volta in volta specifiche tipologie di annotazioni. L’ultimo step è stato quello di monitorare i taccuini dei giovani lettori per verificare l’efficacia del percorso di rinforzo: il miglioramento nella focalizzazione dell’annotazione e anche nel volume di scrittura è stato considerevole, di certo andrà consolidato e supportato ulteriormente. Infatti Anna molto spesso a matita commenta le annotazioni degli alunni suggerendo approfondimenti ulteriori con domande o rimandi alle pagine del sul taccuino. 

Dopo aver concluso la lettura ad alta voce di La danza delle rane, Alice ha chiesto ai suoi studenti di cucire in un testo tutte le annotazioni e le riflessioni fatte durante la lettura, sotto forma di una lettera-recensione, che era già stata introdotta in classe l’anno precedente. L’idea era quella di permettere ai giovani lettori di cimentarsi nella scrittura a partire da una lettura approfondita sostenuta da riflessioni e negoziazioni di significati svolte in plenaria, di qualità medio-alta. Il percorso di lettura e scrittura sarebbe quindi stato un modello cui guardare durante la lettura individuale di un romanzo e la successiva scrittura di una lettera recensione, svolta qualche mese più tardi. Gli studenti sono stati invitati poi a confrontare le due recensioni, notarne le differenze, i pregi e i difetti. Da questa analisi è emerso come circa un quarto degli studenti necessiti di un sostegno maggiore: le annotazioni scritte in autonomia erano meno approfondite e meno a fuoco, più rade e hanno portato quindi ad una recensione più superficiale, meno personale rispetto al lavoro svolto in classe. Già questa semplice attività di metacognizione ha stimolato alcuni ad un impegno maggiore. Per cercare di rinforzare e raggiungere tutti, Alice ha approfittato di un breve modulo di educazione civica per inserire delle letture ad alta voce e modellare l’applicazione delle strategie principali di comprensione e reazione al testo che sono confluite poi nella stesura di un terzo testo di commento-recensione.
Una piacevole sorpresa è arrivata un piovoso venerdì di metà maggio: un articolo scritto da alcune alunne per il giornalino della scuola nel quale, oltre a consigli di letture per l’estate, condividevano domande e risposte di un questionario metacognitivo sulla lettura che avevano realizzato e proposto ai compagni di classe, tutto in totale autonomia. Questo bel regalo di fine anno mi ha ricordato come i segnali di crescita compaiano a volte dove e quando non ce lo aspettiamo, quando nemmeno li cerchiamo. Dobbiamo avere fiducia in noi e in loro.

 

Si sarebbe potuto far meglio? Certamente sì: il nostro lavoro è sempre perfettibile.
Siamo riuscite a sostenere tutti gli studenti con le strategie giuste, in ogni momento del processo di lettura? Molto probabilmente no, ma abbiamo cercato di programmare e ritarare i nostri percorsi sulla base di quanto è emerso in classe, valorizzando gli sforzi dei nostri giovani lettori e garantendo un ampio tempo per la lettura individuale e per la riflessione su carta a partire dalle letture. Entrambi questi elementi, infatti, pensiamo siano il banco di prova, la cartina tornasole che ci restituisce quanto effettivamente è stato interiorizzato.
Ammettiamo di aver sorriso e di aver sentito un abbraccio al cuore ad ogni intervento, ad ogni condivisione fatta da quell’alunno che prima non prendeva la parola neanche a pregarlo, ad ogni “leggendo questo capisco che il personaggio…”, ad ogni “Prof., ho finito quel libro, l’ho già consigliato a ….”. Insomma, abbiamo cercato di non dimenticare i piccoli traguardi raggiunti: sono quelli che ci danno l’energia per andare avanti e affrontare un nuovo anno tra le pagine dei libri assieme ai nostri ragazzi. 

 

Autrici

i Il mestiere di segretaria non faceva per me, lo ammetto. Così un giorno di circa  vent’anni fa ho abbandonato la mia scrivania e sono entrata in una classe, per insegnare. Indovinate un po’ ? Non me ne sono più andata. Ogni giorno ringrazio  il cielo per quella scelta avventata , per la possibilità che ho di respirare al mio ritmo, in compagnia di altri, in una scuola di Parma, a cinque minuti da casa mia.
 
 
 

Alice Cabrelle – Insegnante appassionata, entra sempre in classe con il sorriso. Divora libri e cioccolato. Ama informarsi e apprendere. Cammina tra analogico e digitale in una scuola secondaria di primo grado in provincia di Padova.

 

 

 

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