Un pizzicorino al centro del petto. Un Pinocchio ad alta voce

Un pizzicorino al centro del petto. Un Pinocchio ad alta voce

I classici della letteratura per ragazzi

Era il migliore di tutti i tempi, era il peggiore di tutti i tempi, era il secolo della saggezza, era il secolo della stoltizia, era l’epoca della fede, era l’epoca dell’incredulità, era la stagione della Luce, era la stagione delle Tenebre, era la primavera della speranza, era l’inverno della disperazione, avevamo tutto dinanzi a noi, non avevamo nulla dinanzi a noi, andavamo dritti dritti al Cielo, andavamo dritti dritti dalla parte opposta: in breve, il periodo era tanto simile al presente che alcune delle sue più clamorose autorità insistevano affinché se ne parlasse soltanto al superlativo sia nel bene sia nel male.

Questo è l’incipit di un romanzo classico per ragazzi, “A tale of two cities” di Charles Dickens; forse meno noto in Italia, ma letto ancora oggi in tutte le High school Inghilterra, certamente un romanzo con cui si sono confrontate generazioni di lettori.

C’era una volta… – Un re! – diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze.

E questo, l’avrete riconosciuto, è forse il romanzo per ragazzi più famoso del mondo, Pinocchio, che raramente ormai trova spazio nelle nostre scuole, come mai?

Rodari sosteneva che a partire dagli undici anni non fosse più il tempo di letture per bambini e si dovesse lasciare spazio a Proust, Dostoevskij, Mann, Flaubert: i ragazzi del tempo di Rodari arrivavano alle scuole medie (chi poteva avere libri in casa non  dimentichiamolo!) con un grande bagaglio di letture che poteva traghettarli verso i grandi autori citati, oppure si sentiva in dovere di affrontarli. Credo sia stata esperienza di tutti aver nascosto di leggere Salgari perché bisognava sfoggiare libri per così dire “impegnati”.

I ragazzi di oggi sono privi di alcuni condizionamenti culturali, sono liberi di esplorare e (purtroppo) anche di non leggere. I libri per preadolescenti che si trovano oggi sono tanti, ma hanno certamente uno stile e un andamento diverso dai classici che per lettori di oggi, soprattutto per i più deboli, sono difficili e talvolta illeggibili, per il lessico, la sintassi e la distanza sociale e culturale. Ma proprio i loro temi eterni, la scrittura di altissima qualità e – non da ultimo – il confronto con i molti lettori che si sono avvicendati, costituiscono una stimolo alla lettura ad alta voce in classe. Si tratta, infatti, di una letteratura “di formazione e di visione” che insegna a non accontentarsi, a non darsi per vinti, come è il caso di Anna dai capelli Rossi o Piccole Donne e, al contempo, crea altri mondi, magici, nuovi, selvaggi, dove tutto è possibile e si può essere leali e lottare e vincere per cambiare le cose, come accade ne ll corsaro nero e ne Il richiamo della foresta. Grazie a questi libri possiamo conoscere altre realtà e capire i ragazzi di altre epoche: I Ragazzi della via Pal, La guerra dei bottoni, I soldatini di piombo possono, ad esempio, fornirci una chiave interpretativa per il contesto della prima metà del Novecento, quella in cui generazioni intere partirono volontarie per la guerra. Quando leggiamo un classico siamo seduti in poltrona insieme a milioni di altri lettori e sfogliamo libri che condensano e contengono in sé le loro epoche, ansie e paure comprese, come ne L’isola misteriosa o in Alice nel paese delle meraviglie. In questi testi i personaggi si muovono, per così dire, per sobbalzi, indecisioni, rischi, coraggio, adattamento, come capita a Harry Potter; insieme al gusto per la miniaturizzazione e all’attenzione al particolare, si esaltano la libertà e la fuga, che spesso coincidono con il risveglio dal luccicante mito dell’infanzia, come in Pinocchio, Kim e Il libro della giungla.

Citando Antonio Faeti, “La scuola esiste, soprattutto, per condurre alla lettura, ovvero per fornire capacità di comprensione, patrimonio lessicale, atteggiamento critico, confidenza con i testi” e la lettura dei classici per ragazzi ci permette di esplorare tutte le potenzialità di un testo e di sfidarci nel comprenderlo appieno.

Pinocchio, perché?

Nei miei percorsi ad alta voce ho scelto di muovermi su due direttrici: i classici e i quasi classici, come propone lo schema che segue, che si riferisce alla progettazione del triennio 2019-2022:

 

Classe

Quasi classici

Classici per ragazzi

PRIMA MEDIA

Roald Dahl Danny campione del mondo

Carlo Collodi Pinocchio

SECONDA MEDIA

Jutta Richter Quando imparai ad addomesticare i ragni

Richard Adams La collina dei conigli

TERZA MEDIA

Lois Lowry The giver

William Golding Il signore delle mosche

In prima la scelta è caduta su Pinocchio, perché?

Presto detto:

  • è un romanzo così famoso che tutti lo hanno visto (nelle trasposizioni cinematografiche e teatrali) ma in pochi lo hanno letto nella versione originale;
  • ha una meravigliosa genesi: è il primo libro per ragazzi che intreccia una relazione con i lettori (basti pensare che nelle intenzioni di Collodi doveva terminare con Pinocchio impiccato all’albero, e il finale diverso fu imposto dalle lettere di protesta), che esce a puntate e poi viene raccolto in volume;
  • i capitoli sono brevi e chiusi tra loro ma lasciano il lettore con l’attesa della puntata successiva (e qui si vede l’origine a puntate);
  • è fatto per essere letto ad alta voce: i personaggi sono ben caratterizzati, i dialoghi serrati, le descrizioni ridotte all’osso e le azioni si alternano in maniera incalzante;
  • ha una lingua ricca e ricercata, popolare e gustosa. Collodi ha la straordinaria capacità di alternare parole magiche e immaginifiche (zecchini, mangiafuoco, polendina), con altre più quotidiane. Anche la patina regionale di toscano (tutti quei “punto” che per un non toscano sono quasi incomprensibili) contribuisce a incuriosire i lettori;
  • è un testo stratificato: apparentemente semplice e chiaro nasconde in realtà molte chiavi interpretative.

Preparare il percorso

Ho inserito la lettura ad alta voce di Pinocchio dopo l’attività in reading sulla fiaba con due obiettivi: mostrare come Pinocchio non sia una fiaba, ma un romanzo di formazione e indagare sulle letture di Collodi che lo hanno portato da oscuro scrittore risorgimentale e autore di libri paideutici all’autore di uno dei libri più famosi del mondo. Nel 1875, l’editore Paggi di Firenze commissionò a Collodi la traduzione de “I racconti delle fate” che raccoglieva le opere di Perrault, Madame d’Aulnoy e Madame Le Prince de Beaumont: è indubbio che la fascinazione per queste storie influenzò i rapporto con il magico e il folklorico dell’autore fiorentino.

Le fiabe che ho scelto di leggere in classe sono state:

  • Il gatto con gli stivali
  • Barbablù
  • Puccettino
  • L’uccello turchino
  • La Gatta bianca

Abbiamo letto e discusso in classe e, durante la lettura del romanzo, queste fiabe sono poi riaffiorate tra le connessioni dei ragazzi, sia per somiglianza (un gatto animato e furbo che inganna gli altri) che per differenza (il gatto di Pinocchio è cieco e zoppo, o almeno finge di esserlo, il gatto con gli stivali è attivo e vitale).

L’altro obiettivo che mi sono posta è stato indagare il personaggio di Pinocchio: il corpo, i suoi gesti e le sue trasformazioni.

Le avventure di un Burattino sono indubbiamente un racconto per bambini, ma il romanzo di formazione celebra l’abbandono del periodo mitico dell’infanzia e la consapevolezza di sé: attraverso le mille avventure e gli incontri Pinocchio conosce se stesso e abbandona il suo corpo per diventare altro.

Abbiamo dunque:

A) selezionato e indagato  le caratteristiche del corpo di Pinocchio 

  • è fatto di legno ma prova sentimenti umani (davanti alla bara della fata piange e si dispera, vuole strapparsi i capelli, ma non ne ha);
  • non è un burattino, non ha bisogno di fili, ma è un androide: ogni pezzo può essere sostituito (come capita coi piedi);
  • non ha le orecchie e i capelli (e da asino avrà orecchie giganti e pelose);
  • il suo corpo non cresce, non soffre dolore ed è estremamente resistente (gli assassini non riescono ad ucciderlo con due coltellate), ma prova fame e sete come un umano e può ammalarsi;
  • quando cade a terra fa lo stesso rumore di venti paia di zoccoli da contadino;
  • alcune parti del suo corpo sono più vive di altre: occhi, naso e bocca (non a caso le prime parti che appaiono vive a Geppetto);

B. selezionato e indagato le azioni di Pinocchio:

  • il suo corpo è dinamico, sempre in movimento;
  • non cammina, corre e balza, come se fosse mosso da una molla;
  • la sua azione costante è la fuga;
  • si gratta la testa in due momenti precisi e importanti: quando al campo dei miracoli trova vuota la buca dove ha seminato le monete d’oro, e la mattina del risveglio alla città dei balocchi;

C. ragionato sul carattere e sulla condizione di Pinocchio:

  • è cattivo? – uccide il grillo, disubbidisce, mente;
  • ha il cuore buono? – difende Arlecchino, salva il Babbo;
  • è solo? – sembra non avere alleati, tutti gli impongono prove e punizioni terribili;

D.lavorato sulle relazioni tra i personaggi:

  • realistici: Geppetto, mastro Ciliegia, l’oste, il contadino, i Pescatori, Giangio, i compagni di scuola, Lucignolo;
  • fantastici e allegorici: gli animali parlanti, l’omino di Burro;
  • fiabeschi: la fata turchina, Mangiafuoco, il pescatore.

In fase di progettazione scelgo e mi immagino il percorso da tratteggiare in classe, in questo caso incentrato sulla figura di Pinocchio e sulla sua crescita, evoluzione metamorfosi; resta tuttavia l’estrema fluidità di un metodo basato sul testo e sulla negoziazione dei significati. Il che significa che dagli stimoli e dalle interpretazioni dei ragazzi potrebbero nascere altre sollecitazioni e altri percorsi, proprio perché noi siamo al servizio del testo e dei suoi significati.

In classe

Nella mia progettazione la lettura del romanzo avrebbe interessato tutto il secondo quadrimestre, dedicando circa dieci minuti al giorno alla lettura ad alta voce e un’ora circa a settimana per la rielaborazione.

Nella comprensione del testo ritengo sia fondamentale muoversi su tre livelli: ricostruzione del testo e della struttura, analisi di un elemento per volta (personaggi, ambiente, relazioni, lessico), ricerca di connessioni all’interno del testo, con altri testi e con le esperienze del lettore, per così giungere ad un’interpretazione globale.

Oltre alla lettura ad alta voce mi sono servita delle illustrazioni di Innocenti, come in questo caso: 

Attività proposta:

Per prima cosa ho mostrato solo una parte dell’illustrazione e posto queste domande ai ragazzi: Cosa vedi/ cosa noti/ che domande ti fai?/ Dove siamo?/ Cosa pensi succeda nella parte che manca?

Dopo la discussione ho mostrato la parte mancante (quella dell’ingresso di Pinocchio e del Gatto e della volpe) e abbiamo quindi ragionato sulle scelte dell’illustratore, sulla relazione col testo scritto.

Per ricostruire il testo siamo ricorsi a tre strategie, che ormai sono una routine nella mia classe: la visualizzazione, lo storyboard, la curva della narrazione.

 

Altre strategie sui primi capitoli sono state:

  • tabella azioni/pensieri/sentimenti su Mastro Ciliegia e Geppetto;
  • nel capitolo III: la costruzione del burattino, tabella azioni-conseguenze.

Esse  ci hanno permesso di iniziare a tratteggiare le figure di Geppetto e la nascita del burattino.

Poi è scoppiata la DAD.

In DAD

La lettura ad alta voce è corpo, prossemica e momento istantaneo: tutto questo a distanza è quasi impossibile. La mia scelta è caduta sulla registrazione dei capitoli usando sia la mia voce, sia prendendo in prestito quella di grandi professionisti come Paolo Poli. Questo ci ha permesso di ragionare sulle diversità di lettura e su come la voce possa sottolineare in modo diverso un testo, queste alcune domande stimolo:

come ti è sembrata la voce dell’attore? Mentre leggeva come immaginavi il testo? Come la voce sottolinea le azioni? Quando e perché il ritmo si rallenta o diventa incalzante? Da cosa lo capisci?

Un giorno alla settimana la negoziazione dei significati è avvenuta durante lezioni in videoconferenza oppure attraverso la chat letteraria. All’ascolto del testo ho unito alcune strategie ormai diventate routine sulla ricostruzione del testo o momenti di rielaborazione personale.

Ecco come Giorgia ha risolto il “salta dentro” i pensieri di Pinocchio in tre momenti diversi: all’osteria del Gambero Rosso, mentre è inseguito dagli assassini, mentre viene impiccato all’albero.

Non è mancata nemmeno l’occasione per partire dal testo e discutere di esperienze personali, come è successo dopo la lettura del capitolo 19 e l’incontro con il giudice Gorilla. In questo caso l’annotazione è stataScrivi un breve testo in cui racconti: quella volta che sono stato/a punito/a ingiustamente. Prova a usare tutte le tecniche che conosci e che hai nel tuo quaderno delle minilesson”.

Conclusioni

La didattica a distanza mi ha costretto a ripensare e riprogettare la lettura ad alta voce in corsa e a renderla forse altro da ciò che avevo progettato.

Sono mancate le condivisioni a coppie o in gruppo e, per mancanza di tempo, una rielaborazione generale sull’intero romanzo che contavo di fare attraverso la tecnica del one pager.

Tra le riflessioni generali fatte dai ragazzi, però, sono stata colpita da una che credo sia la chiave e il senso di ciascuna rilettura. Mentre si discuteva dei temi del romanzo, la crescita, il cambiamento, l’abbandono delle certezze da bambino, l’assunzione delle responsabilità, il mondo come luogo pericoloso, Davide si ferma, mi guarda e mi dice: “Certo che leggere un libro da grande significa leggere un’altra cosa, un libro nuovo. Ogni persona si può dire legga un libro sempre diverso”.

Ho sorriso, non so se le cose stiano proprio così, ma mi piace pensarlo.

 

Bibliografia

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