Sbocciano poesie

Sbocciano poesie

A poem as unfolding bud”, la poesia come un bocciolo che si apre: così scrive Georgia Heard per presentare un’attività sulla poesia da svolgere in classe. L’immagine si riferisce proprio ad un lento sbocciare di una stessa poesia, proposta più volte nel corso di una stessa settimana per aprirla piano piano e coglierne le sfumature. L’attività mi ha affascinata, l’ho sperimentata a dicembre, adattando le proposte ai miei piccoli bambini di prima, seguendo il format della settimana più o meno come indica la Heard.

Lunedì

Ho letto la poesia un paio di volte, suggerendo ai bambini di chiudere gli occhi. Ho fatto loro alcune domande: “Come vi siete sentiti mentre leggevo?” –  “A che cosa avete pensato?” “Quali parole vi ricordate?” Abbiamo condiviso le risposte.
A differenza di quello che indica Georgia Heard, che lascia libertà di scelta, ho chiesto ai bambini di trascrivere la poesia sul taccuino. Essendo la prima volta, ed essendo loro così piccoli, vorrei che avessero chiaro il percorso. Ai più grandi può essere proposta come opzione alla fine della settimana.

Ieri ho dato la mia mano
all’amico mio africano
e vi dico questa cosa:
la sua mano dentro è rosa.
(N. Cinquetti)

Martedì

Ho riletto la poesia, suggerendo nuovamente ai bambini di chiudere gli occhi. Ho quindi richiesto di disegnare l’immagine che era passata loro in testa durante la lettura. Abbiamo condiviso i disegni (anch’io avevo il mio che ho mostrato solo alla fine).
Ai più grandi si possono richiedere più immagini per le poesie più lunghe o attività di collage.

 

Mercoledì

Ho riletto la poesia e ho chiesto ai bambini di provare a recitarla usando gesti e movimenti del corpo. Ho diviso la classe in piccoli gruppi, ogni gruppo ha ideato una rappresentazione che ha poi mostrato ai compagni. Per loro è stata una proposta nuova, qualcuno era naturalmente un po’ impacciato e timoroso, ma erano molto incuriositi, due  gruppi, non soddisfatti del risultato, hanno chiesto di farlo una seconda volta.
A questo punto, quasi tutti avevano già imparato la poesia a memoria anche se non era stato loro richiesto.

Giovedì

Ho riletto la poesia e ho proposto il lavoro sulla connessione personale. Trovo che per i bambini piccoli non sia una proposta semplice, occorre semplificare le richieste, fare esempi e, nel mio caso, mi ha aiutato un bel colpo di fortuna.
Ho chiesto loro: “Cosa ha a che fare questa poesia con voi? – Come riguarda la vostra vita? – Vi ricorda qualcosa che avete visto che vi è capitato?”

Ho mostrato il mio taccuino, dicendo loro che a me la lettura aveva ricordato l’immagine di una pubblicità che vedevo spesso quando ero ragazzina. Ho scelto appositamente qualcosa di molto semplice pensando ad una classe prima.
La fortuna mi ha aiutata perché nei disegni precedenti un bambino aveva detto “Ho disegnato quando alla materna ho conosciuto la mia amica Nora che ora si è trasferita in un’altra città”.
A questo punto soltanto lui ha trascritto la connessione, mettendo il nome dell’amica sul taccuino dove avevamo scritto “Io e la poesia”, gli altri hanno lasciato uno spazio bianco da completare successivamente (quando e se avranno trovato la loro connessione: non è sempre detto che ci sia).

 

Venerdì

Lettura finale della poesia. Ho chiesto a chi l’aveva imparata a memoria (TUTTI!) se volesse recitarla, quasi tutti volevano mettersi alla prova.

Georgia Heard indica quindi alcune attività di conclusione, come ad esempio “scrivere una lettera al poeta per fargli domande sulla poesia”, oppure “scrivere una poesia di risposta” o “sottolineare i versi che ognuno sente particolarmente significativi”, tutte proposte indicate per bambini più grandi (classi finali scuola primaria – scuola secondaria di primo grado). Ai piccoli io ho chiesto di sottolineare la parola che li aveva maggiormente colpiti. Quasi tutti hanno sottolineato la parola “mano” e la conversazione ci ha portato a parlare di cosa significa l’espressione “darsi una mano”.

Ho soprannominato questa proposta “Una poesia lunga una settimana”. Per me è stato un modo nuovo di presentare una poesia e credo che abbia molti aspetti positivi, fra cui quello di essere una proposta spendibile in modo  “verticale”: calibrando le attività, si può proporre nei diversi ordini di scuola e lascia agli insegnanti margine per introdurre altre proposte, per esempio si potrebbe utilizzare la musica insieme alla drammatizzazione.

Last but not least, la sensazione più piacevole è stata quella di non dover correre, di riprendere il tempo e dilatarlo, una consuetudine che abbiamo perso e purtroppo spesso facciamo perdere ai nostri bambini.

Bibliografia

  1. Georgia Heard, “Awakening the Heart”
  2. Nicola Cinquetti – Gek Tessaro, “Filastrocche a piedi nudi”
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