Leggo senza saper leggere! Il laboratorio di lettura all’inizio della scuola primaria

Leggo senza saper leggere! Il laboratorio di lettura all’inizio della scuola primaria

Dopo un paio di anni in compagnia della novità di insegnare italiano nella scuola primaria con il Writing and Reading Workshop mi trovo in prima, in un anno così particolare per la scuola.

Per fortuna sono accompagnata da due splendide formatrici: Laura Bacchi e Annamaria Mercuri che ci stanno introducendo passo passo nel laboratorio.

Inizio con il pre-grafismo ma subito mi chiedo: che cosa è irrinunciabile da trasmettere ai bambini di tutto quello che ho incontrato in questi anni? Parlando di saperi essenziali, cosa è essenziale per i miei bambini oltre alle strumentalità di base che devono acquisire?

Semplice, l’amore per i libri, considerare il libro un amico inseparabile, qualcosa da avere sempre fra le mani e sotto il banco.

Ho provato quindi a giocare con loro e a metà ottobre ho assegnato a ciascuno il compito di leggere un libro a casa.

In classe occhi timorosi e qualche mano alzata: “Maestra ma io non so leggere!”; che bello scoprire che neanche questa è una barriera che impedisce l’immersione in una storia.

Grazie all’incontro con il Writing and Reading Workshop ho scoperto il mondo dei silent book e ho pensato di utilizzarli per i bambini di prima.

Ma facciamo un passo indietro: una volta avuta l’idea ho dovuto verificare che fosse un compito adatto a loro.

Come ho proceduto

  1. Ho letto in classe il silent book “Il lupo nella neve” di Matthew Cordell, poi ho chiesto loro: “Notate qualcosa di particolare in questo libro?” Una bambina ha risposto: “Non ci sono le parole”. Ho spiegato quindi che esistono libri senza parole, la cui storia viene raccontata solo per immagini.  Ho poi riletto la storia, soffermandomi inizialmente sulla copertina e sul titolo, poi  sulle immagini e mostrando loro, nei passaggi chiave, quanto le illustrazioni fossero esplicite e ci guidassero nella comprensione della storia e nell’interpretazione degli stati d’animo e dei sentimenti dei protagonisti. Fare da modello  è stato essenziale per mostrare a bambini così piccoli come guardare al testo per comprendere la narrazione. Nei giorni seguenti ho chiamato alcuni bambini a raccontare nuovamente la stessa storia. In questo modo ho verificato che il compito fosse alla loro altezza, all’inizio di una prima i bambini ancora sono sconosciuti quanto ad abilità e livelli di competenza.
  2. Ho preso nella biblioteca della città 23 silent book, uno per bambino (la possibilità che la nostra biblioteca ci offre, come insegnanti, di prendere fino a trenta libri per tre mesi per la biblioteca di classe è uno strumento significativo). Ho selezionato i libri più semplici; i silent sono splendidi ma spesso non di semplice lettura, avevo il timore di non trovare materiale adatto a loro. Ho fatto tante scoperte: la Biblioteca conservava materiali datati ma efficacissimi. Ho trovato una decina di testi di Attilio Cassinelli, un illustratore italiano che negli anni ‘70 già realizzava silent adatti a bambini piccoli.  Inoltre ho scoperto la serie anni ‘80 del topo Filippo dell’austriaca Hanne Turk edito da Fatatrac. In questo senso la Biblioteca ha un valore impareggiabile, conservando libri fuori commercio.
  3. Ho consegnato un libro per bambino. I bambini hanno tenuto per un po’ il libro sotto il banco, sfogliandolo e leggendolo quando avevano tempo. 

    Un altro aspetto che ritengo fondamentale per l’introduzione alla lettura dei bambini è la collaborazione con le famiglie. La partecipazione attiva dei genitori per i bambini piccoli sostiene il coinvolgimento emotivo essenziale perché la lettura diventi parte integrante della vita e non un mero compito scolastico.

  4. Ho chiesto l’aiuto delle famiglie, nell’ottica di costruire anche a distanza un’alleanza per il sostegno alla lettura. I compiti per il fine settimana sono stati accompagnati da una lettera esplicativa e dalla pubblicazione di materiale per conoscere cosa è un silent book e come leggerlo ai ragazzi. Il compito infatti era di far leggere il libro ai genitori e poi ai bambini. Anche i genitori hanno bisogno di essere accompagnati in territori che per loro possono risultare nuovi. Ho lasciato a disposizione un articolo preso da un blog per famiglie,  Portale Bambini, Silent Book: cosa sono e come si leggono e alcuni consigli “dalla maestra per i genitori”:   Fate attenzione ai particolari, sfogliate la storia da soli, prima di raccontarla, per capire che storia è e dove vi conduce. Poi raccontatela e dopo di voi fatela raccontare al bambino. Non ci sono ricette giuste o sbagliate, incoraggiate sempre i bambini nel raccontare. Se non capiscono tutte le implicazioni della storia non importa, le ascolteranno dalla vostra lettura. Ma anche la vostra lettura potrà essere ogni volta diversa! Se vogliono leggere prima loro va benissimo, voi leggerete dopo… tutto è permesso, basta che sia un momento dedicato alla narrazione, non solo un compito, ma un piacere. L’abbiamo già fatto in classe con i bambini e devo dire che tutti vogliono LEGGERE la storia. Buon lavoro e specialmente buona lettura.

Ho quindi chiesto ai bambini di leggere il libro a casa con i loro genitori per poi leggerlo in classe ai compagni.

5. Tutti i bambini hanno letto uno ad uno il loro libro alla classe. Durante la lettura annotavo su una griglia alcuni indicatori chiave.

  • Comprensione della storia
  • Capacità di narrazione lineare
  • Proprietà Lessicale

Il 6 di novembre il lavoro poteva dirsi concluso: tutti i bambini avevano letto il loro libro alla classe.

Una grande sorpresa è stata a distanza di un mese chiedere se si ricordavano la storia letta. Tutti si ricordavano il loro libro, spesso il titolo, insomma evidentemente è stata una lettura significativa che ha lasciato il segno.

Per questo – e sulla scia dell’indicazione del “diario di lettura” di Aidan Chambers che si chiede: “È vero che se teniamo un diario delle nostre letture possiamo accrescere il nostro piacere e ricordare più facilmente quello che abbiamo letto? Per molti grandi lettori del passato è stato proprio così. Hanno registrato le loro letture nel corso del tempo: titolo, autore, data di conclusione, e anche pensieri e riflessioni” (1) abbiamo inaugurato il nostro taccuino. I bambini hanno fatto la prima annotazione segnando in modo indelebile: “Il primo libro che ho letto da solo a scuola”, segnando con questo l’inizio di una bella avventura!

 

(1) Aidan Chambers, Il lettore infinito, Equilibri 2015, p. 60

Silent book scelti (in prestito dalla Biblioteca Lazzerini di Prato) 

Gaia Pieraccioli

Sono un’insegnante di Prato sempre più entusiasta del suo lavoro. Da quando ho scoperto IWT ho dato un nuovo valore al mio amore per i libri e sto imparando come trasmetterlo: imparare e mettersi in gioco sempre!

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