Suggerimenti per tenere mini le minilesson

Suggerimenti per tenere mini le minilesson

Quante volte siamo entrati in classe con l’intenzione chiara di voler lasciare tempo ai nostri studenti per leggere e scrivere e ci siamo presto resi conto che la minilesson che avevamo preparato non era poi così “mini”?

Soprattutto all’inizio sembra veramente un’impresa riuscire a contenere il nostro insegnamento in una cornice temporale di massimo 15-20 minuti: la minilesson sembra allargarsi ad una taglia ben superiore, tutte le parti di cui si compone sembrano ribellarsi ai limiti e reclamare molto più spazio, tanto che l’ora a nostra disposizione rischia di essere quasi completamente assorbita da una maxilesson.

Inutile dire che siamo consapevoli che una delle idee portanti della “rivoluzione” nel nostro metodo di insegnamento è proprio la riduzione del tempo della lezione in favore del tempo della scrittura o della lettura individuali. Sappiamo che l’apprendimento vero avviene nell’applicazione pratica, non nell’ascolto delle indicazioni. Crediamo che una minilesson contenuta nei tempi stabiliti preservi lo spazio prezioso dell’attività individuale degli alunni e si adatti anche alle capacità di attenzione focalizzata dei nostri studenti.

Concordiamo su tutto, eppure quei quindici minuti spesso li sforiamo. Certo, non possiamo dimenticare che tra l’idea di una minilesson snella e funzionale e la sua realizzazione si frappongono anni di “insegnante-centrismo”, di stile direttivo, e, ammettiamolo, anche di un pizzico di autocompiacimento nell’uso della parola.

E quindi come fare? Quali strategie potrebbero aiutarci?

Noi ci siamo interrogate a lungo, abbiamo letto articoli, cercato risorse in rete, ci siamo confrontate via Skype e abbiamo messo in ordine questi suggerimenti. Abbiamo cercato di individuare semplici strategie che possono aiutarci a casa, mentre prepariamo la minilesson, e in classe, durante e dopo la lezione.

A casa – Suggerimenti durante l’ideazione della minilesson

  • Stabilisci con chiarezza l’insegnamento (teaching point) provando a dire: “Oggi vi insegnerò come…”. Concentrati su una sola strategia/tecnica/aspetto alla volta.

  • Chiediti se la strategia/tecnica che vuoi spiegare serve davvero a tutta la classe. Domandati: “È davvero utile per i testi di tutti i miei alunni o è qualcosa di eccessivamente specifico?”. Strategie specifiche puoi insegnarle durante le consulenze individuali.

  • Scegli tecniche/strategie che gli alunni non percepiscano come troppo difficili, non alla loro portata. La tecnica verrà compresa se è “prossima” agli alunni: deve essere percepita dagli studenti come familiare, devono sentire che la possono affrontare o rendersi conto che già la stanno applicando anche se non intenzionalmente.

  • Utilizza mentor text già noti, in questo modo l’attenzione dei ragazzi sarà tutta sulla strategia, non sulla comprensione del testo.

  • Pianifica la minilesson in modo che ci sia un’unica dimostrazione e un’unica attività durante il coinvolgimento attivo (devono essere efficaci e chiari al “primo colpo”). Alcune procedure sono più complesse di altre: possiamo prevedere di ripeterle più volte, eventualmente in piccolo gruppo, coinvolgendo solo gli alunni che ne hanno bisogno.

  • Per essere più conciso in classe, memorizza il lessico delle minilesson che è preciso e chiaro (a riguardo rimandiamo alla tabella di pag. 116-117 di Scrittori si diventa di Jenny Poletti Riz).

  • Prepara gli strumenti necessari in anticipo (cartelloni, fotocopie, document camera…).

  • Le prime volte scrivi il testo della minilesson (usando la tabella modello a pag. 116-117) ed esponila a voce controllando i tempi.

  • Riduci la connection (connessione) all’essenziale: individua in modo chiaro il collegamento tra la strategia che andrai a insegnare e il lavoro che i ragazzi stanno svolgendo. Vai dritto al sodo.

  • All’inizio dell’anno scolastico, soprattutto nelle classi in cui sperimenti il metodo per la prima volta, devi avere molta pazienza: è necessario lasciare del tempo agli alunni per l’interiorizzazione delle routine. Nelle prime settimane fai specifiche minilesson per spiegare ai ragazzi come viene scandita la lezione e come si devono comportare. Con tanta pazienza e fermezza ricorda agli alunni che durante la minilesson non  devono interromperti: possono annotare sul taccuino le domande e chiederti poi una consulenza. Per aiutare gli alunni a far propria la routine del laboratorio, è molto utile appendere al muro cartelloni (anchor chart) come quello riportato nell’immagine.

A scuola – Suggerimenti durante la lezione

  • Sii fermo nel non lasciare spazio a domande o commenti durante la minilesson.

  • Usa un cronometro e assegna a un alunno il compito di controllare il tempo. Cerca di non sforare: i ragazzi si impegnano a non interromperti e tu a stare nei tempi.

  • Durante il coinvolgimento attivo (active engagement) gira tra i banchi e monitora il lavoro degli studenti:  incoraggiali ad impegnarsi, lasciarsi coinvolgere e riprovare.

  • Quando parli, impegnati ad essere espressivo: usa una voce potente, gesticola, divertiti e fai divertire!

  • Sfrutta     il linguaggio iconico (cartelloni, immagini, colori) per favorire la memorizzazione.

  • Crea un linguaggio comune, un “lessico familiare” di classe che permetta di capirsi al volo e fare dei rapidi collegamenti (es: scegli un piccolo momento/episodio della tua vita = individua un semino).

A scuola – Suggerimenti al termine della lezione

  • Al termine della lezione chiediti: “Cosa ha funzionato? Cosa è necessario rivedere? Cosa mi ha aiutato a tenere breve la minilesson? Su cosa mi sono dilungato troppo?”.

  • Confrontati con i colleghi se incontri difficoltà specifiche (a scuola con i colleghi con cui lavori, nei gruppi IWT regionali, nella pagina FB…).

  • Potresti registrarti o farti osservare da un collega per ricevere feedback.

Riuscire a tenere breve una minilesson come abbiamo visto non è semplice, impone un’organizzazione del tempo, una struttura e una preparazione molto rigorose. Non ci si può improvvisare e d’altra parte è necessario fare tanta pratica in classe. Soprattutto all’inizio può sembrare una fatica eccessiva, ma ripaga in breve: i ragazzi apprendono più velocemente, hanno tempo per scrivere e leggere, l’insegnante può girare tra i banchi e sedersi accanto agli alunni. E poi, come scrive Jenny Poletti Riz, “anche solo tendere alla brevità aiuta tutti noi insegnanti a ripensare alla nostra pratica e a concentrarci su ciò che davvero è fondamentale” (Scrittori si diventa, pag. 116).

Bibliografia e sitografia


Autrici

Alice Cabrelle – Insegnante appassionata, entra sempre in classe con il sorriso. Divora libri e cioccolato. Ama informarsi e apprendere. Cammina tra analogico e digitale in una scuola secondaria di primo grado in provincia di Padova.

Barbara Licastro – Mediterranea di origine, insegno a Senigallia, in una scuola media a pochi passi dal mare. Sempre alla ricerca di bellezza, domande e sogni, occhi negli occhi con gli alunni.

Ivonne Sensi – Ho incontrato a scuola chi mi ha stimolato a pensare e mi sono detta: “E se lo facessi anch’io”? Insegno in provincia di Bergamo nella scuola media e, sì, lo ammetto, mai avrei immaginato che fosse tanto bello.

 

 

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