Piccoli e grandi scrittori… in consulenza

Piccoli e grandi scrittori… in consulenza

L’anno scorso nelle mie classi abbiamo sperimentato nel Writing Workshop un nuovo modo di fare consulenza

È un’idea nata all’improvviso, nel corridoio che mi portava dalla 3I, dove avevo appena concluso la mia sessione di laboratorio di scrittura, alla 2B dove mi sarei apprestata ad iniziarne una nuova: e se i “piccoli scrittori” di seconda B incontrassero in consulenza i “grandi scrittori” di 3I? Il dubbio che un tipo di consulenza tra pari come questo potesse non funzionare mi ha assalito immediatamente, ma poi ho riflettuto e in questi anni di pratica del WRW ho imparato che nel laboratorio il segreto è non aver mai paura di sperimentare.

L’organizzazione pratica è stata più facile del previsto: 

 

  • ho proposto l’idea ai ragazzi di terza, che si sono dimostrati entusiasti e curiosi di leggere i pezzi dei ragazzi più piccoli;
  • ho chiesto ai ragazzi di seconda se sarebbero stati a loro agio in una consulenza con i miei alunni più grandi, domanda a cui hanno risposto positivamente: era un aspetto che ritenevo fondamentale per la riuscita della sessione di scrittura;
  • ho richiesto e ottenuto la collaborazione del collega che aveva la classe terza in parallelo con la mia seconda. 

 

Abbiamo riunito i ragazzi in una classe (ma l’ideale sarebbe avere a disposizione un luogo abbastanza ampio dove le coppie di scrittori in consulenza possano distribuirsi) e i “grandi scrittori” hanno scelto personalmente il piccolo scrittore da affiancare in consulenza, tutti armati di raccoglitore con Minilesson e schede per le consulenze tra pari.

Risultato: 52 ragazzi che trascorrono un’intera ora a darsi consigli sui testi, a suggerirsi strategie da usare e ad imparare che un testo, a volte, ha solo bisogno di cambiare punto di vista…

La cosa che mi ha più colpito, osservandoli e ascoltando stralci di conversazione, è stato sentire come i “grandi scrittori” fossero capaci di rassicurare i “piccoli scrittori” dicendo loro che le difficoltà che incontravano erano normali e che le avevano vissute anche loro; in effetti, si riconoscevano in questi piccoli scrittori e trasmettevano loro consigli e idee, la loro esperienza su come avevano superato certi scogli o quali strategie avevano funzionato in quella situazione di scrittura. “Conosci la ML … io la proverei”, “anche io facevo lo stesso errore… identico, poi ho imparato a fare così…” oppure “se proprio non funziona… inizia un altro pezzo!”, “ora ti spiego: io faccio così quando…”, “ti dico la verità, qui non capisco bene cosa vuoi dire, prova a dirmelo a voce”.

I piccoli scrittori ascoltavano e prendevano nota dei consigli con grande attenzione.

Abbiamo riservato una decina di minuti finali per condividere osservazioni e scambiarci impressioni sull’esperienza: alcuni avrebbero voluto che la consulenza potesse ripetersi e diventasse di routine (tipo una volta al mese), altri avrebbero preferito continuare la consulenza con lo stesso studente per mostrargli il risultato ma anche sperimentare la consulenza con studenti diversi e leggere i pezzi dei ragazzi più grandi.

Sono emerse anche osservazioni sulla difficoltà nel dare consigli o usare le parole giuste; come insegnante è stato utile osservare come i ragazzi grandi si riconoscessero e si identificassero con i piccoli scrittori, potendo maturare l’idea e toccare con mano che la scrittura è un vero e proprio processo personale per tutti, che si migliora per gradi e fasi, vedere come l’attenzione dei ragazzi della classe seconda fosse calamitata anche per un grande rispetto verso questi scrittori – guida più grandi.

L’esperienza è stata definita “da ripetere” e io sono d’accordo con loro!

Bibliografia
Carl Anderson, How’s it going?, Heinemann 2000
Carl Anderson, Writing Conference Grades K – 8, Heinemann 2018


Abbiamo raccolto in un Padlet le osservazioni dei ragazzi sull’esperienza che potrete leggere a questo link.

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