La madeleine, un attivatore d’autore

La madeleine, un attivatore d’autore

Un attivatore potente per evocare ricordi è la ‘madeleine’, ispirata all’omonimo espediente narrato da Proust nel suo capolavoro “Alla ricerca del tempo perduto”. Da esperienze legate ai cinque sensi gli studenti ricavano piccoli frammenti di memoria da annotare sul taccuino in fase di prescrittura di poesie o testi autobiografici.

“I veri paradisi sono i paradisi perduti”  

– Marcel Proust –

Alla ricerca di ‘semi’

Era in corso il mio primo anno di sperimentazione del laboratorio e, seguendo il consiglio di Nancie Atwell, avevo deciso di cominciare il mio viaggio da insegnante di scrittura con la poesia.

I taccuini dei giovani poeti si erano già popolati di una serie di attivatori con cui i ragazzi avevano cercato ‘semi’ per i loro testi. In particolare, gli studenti erano stati spronati da me a pescare nel pozzo della loro infanzia, alla ricerca di tesori da riversare poi nei loro primi versi.

Ricerca non sempre facile, anzi.  Di fronte alla libertà nella scelta degli argomenti (caratteristica imprescindibile del laboratorio) spesso i ragazzi si bloccano, guardano sconsolati il foglio ancora bianco e dalle loro labbra spunta il fatidico: “Su cosa scrivo, prof? Non ho niente da raccontare!”. Gli attivatori di scrittura sono un toccasana, in questa fase iniziale. La prescrittura non può durare all’infinito ma un po’ di materiale ‘grezzo’ sul taccuino è il terreno necessario per seminare e sperare di veder poi sbocciare qualche fiorellino.

Una sera, mentre a casa mi arrovellavo per scovare nuove idee di attivatori, ecco mio marito pronunciare la magica parola, madeleine. Ma certo! Come avevo fatto a non pensarci? Marcel Proust, nella sua “À la recherche du temps perdu” aveva già confezionato il ‘padre’ di tutti gli attivatori, da cui erano scaturiti i ricordi di una vita, poi confluiti nel suo capolavoro.

La madeleine in Proust

Nel primo libro della “Recherche”, lo scrittore francese racconta che la madre, una sera d’inverno, gli offrì del tè, accompagnandolo con alcuni tipici biscotti morbidi a forma di conchiglia, chiamati madeleine.  L’attimo in cui lo scrittore porta alla bocca il pasticcino intinto nel tè coincide con un’epifania di memorie: il gusto della madeleine provoca in lui l’improvviso riaffiorare di un ricordo, che emerge come un relitto dall’abisso del passato. “All’improvviso il ricordo è davanti a me”, dice Proust.  Nel caso di Marcel, quale ‘sassolino’ era riemerso dal passato in tutta la sua irruenza, chiedendo di essere raccontato? Il ricordo del soggiorno a Combray, a casa dell’adorata zia Leonie: la domenica mattina, quando andava a darle il buongiorno in camera sua, la zia gli offriva proprio una madeleine dopo averla inzuppata nel suo infuso di tè o di tiglio.

La madeleine diventa un attivatore

Rileggendo Proust, mi resi conto che quell’abbinamento sensazione/ricordo che lui rievoca in modo così intenso, è un attivatore potente: un gusto, un profumo, un odore, un suono, un rumore o altre esperienze sensoriali hanno la capacità di farci ritornare, anche solo per un istante, esattamente là, in quell’attimo ormai sepolto nella memoria.

Perché non proporre quindi ai miei studenti di utilizzare questo attivatore per ripescare un ricordo significativo, un attimo, un sentimento, un’emozione dimenticati? Pensai che l’attivatore-madeleine sarebbe stato perfetto per trovare il ‘sassolino’ su cui scrivere una poesia o un testo autobiografico.

Prima di proporlo in classe, sperimentai in prima persona – com’è prassi del laboratorio, scrivendo alcune madeleine da utilizzare come mentor text: a singole sensazioni abbinai il ricordo di un attimo e delle emozioni legate ad esso.

Le madeleine/mentor

Il canto dei grilli – “La sera, prima di addormentarmi nella casa in cui trascorrevo le estati della mia infanzia, mi affacciavo alla finestra e guardavo le colline nel buio: Le stelle e le lucciole trapuntavano il silenzio. Mi sentivo immersa in una strana malinconia mista a felicità.  Avevo la sensazione che la vita fosse tutta nelle mie mani”.

Il profumo dei fiori di prunus – “Nelle mattine di primavera, il percorso verso la scuola era più dolce perché lo facevo sotto alberi carichi di fiori dal profumo intenso. L’inverno era finito, il mio cuore cantava. I petali rosati cadevano poi alla prima pioggia lasciando spazio alla chioma fulva dei prunus. Per me la primavera, da allora, ha il profumo di quei fiori effimeri e semplici”.

Constatata la sua efficacia, era ora di portare in classe questo attivatore.  Per introdurre ai miei studenti la madeleine non mi limitai a raccontare brevemente il testo di Proust ma proposi anche la visione di una breve scena del film di animazione Disney “Ratatouille”, in cui il critico gastronomico Anton Ego assaggia il piatto cucinato dal piccolo chef Rémy e ricorda il momento in cui la mamma gli preparava, per consolarlo, l’omonima pietanza.

Preparai poi un foglio con le immagini di alcune madeleine, accompagnandolo con questa consegna:

“Ritaglia una madeleine e incollala sul tuo taccuino in alto e al centro della pagina. Scrivi sotto l’immagine incollata il titolo della sensazione/madeleine (es. “Il profumo della lavanda”). Aggiungi un breve testo in cui rievochi il ricordo collegato alla ‘madeleine’, seguendo l’esempio fornito dall’insegnante. Ricordati di aggiungere particolari ed emozioni legate al ricordo. Da questo ricordo, nel momento della scrittura autonoma, potrai trarre spunto per scrivere una poesia o altro ”.

Vidi i ragazzi chinarsi sui loro taccuini, concentrati nei loro ricordi: l’attivatore funzionava e smuoveva momenti sepolti nella memoria.

 

Le madeleine dei ragazzi

Ecco alcuni esempi di annotazioni dei ragazzi, in cui si alternano sensazioni olfattive, gustative, visive:

“La madeleine”

Ricordo evocato dalla sensazione

L’odore del prezzemolo tritato  

 Da piccola, a volte, quando andavo dalla nonna la vedevo sempre tagliare il prezzemolo e quando mi avvicinavo per vedere cosa faceva sentivo un odore molto intenso. Io ero sempre dalla nonna, molte volte mi portava a fare passeggiate e giravamo per tutta …(nome del paese) e sentivo molti odori. Ma quello del prezzemolo era inconfondibile. Lo riconosco sempre, perché la nonna lo ha sempre avuto in balcone.

Il profumo della mia maestra

All’asilo avevo una maestra che si chiamava Milena, mi ricordo che quando ci prendeva per mano, in braccio o ci passava vicino lasciava una “scia di profumo” dolce e fruttato, sono abbastanza certa che riconoscerei questa fragranza anche adesso.

Il luccichio delle stelle  

Mi piace ammirare le stelle perché mi ricordano quando ero piccola e la sera mi piaceva guardare fuori e vedere il luccichio delle stelle che mi sembravano delle piccole perle, e volevo essere lassù con loro.

Il gelato all’amarena

Quando ero piccola avevo due anni e mio papà mi portava al bar a prendere il gelato; io lo prendevo all’amarena però io mangiavo solo il gelato e lui le amarene adesso quando io mangio il cono all’amarena mi ricordo quando ero lì con il mio papà che mi dava tanto affetto.

 

Questo attivatore è particolarmente potente e a suo modo ‘poetico’: le immagini che suscita sono spesso legate a ricordi significativi: le emozioni evocate da un profumo, da un suono o da altre percezioni sensoriali fanno riaffiorare momenti sepolti nella memoria.

 

Epilogo.

Mi illudevo di avere inventato un nuovo fantastico attivatore quando un giorno, consultando “In The Middle” per preparare le lezioni sulla poesia, vedo sbucare, a pag. 380, proprio la madeleine fra le varie tipologie di poesie scritte dai ragazzi sui propri ricordi. In Nancie c’è già tutto. Se non avete ancora trovato ciò che state cercando, è solo colpa vostra.

Bibliografia.

Nancie Atwell, In the Middle, Portsmouth, 2015.

Marcel Proust, “Alla ricerca del tempo perduto”.

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