Circoli letterari a scuola – Come adattare un progetto al Reading Workshop

Circoli letterari a scuola – Come adattare un progetto al Reading Workshop

Quante volte a scuola ci troviamo coinvolte in un progetto, per scelta o per necessità? Vediamo i tempi restringersi, la lista delle cose da fare allungarsi e la sensazione di non riuscire a concludere il lavoro ci assale?

Be’, a me capita quasi ogni anno, ma quest’anno nessun panico, nessuna sensazione di soffocamento: ho cambiato strategia provando a far entrare il progetto d’Istituto in cui eravamo coinvolte dentro al Laboratorio di Lettura. Operazione riuscita! Ecco in sintesi il percorso.

Progetto dell’Istituto, titolo “Socializziamo” – per un uso più consapevole della Rete – Focus sul Cyberbulling; destinatarie classi quinte scuola primaria e classi prime scuola secondaria primo grado. Attività: lettura di 10 favole tratte dal libro del Prof. Christian Stocchi, “Favole in wifi”.  

Senza dubbio interessante e di sicuro l’argomento avrebbe coinvolto i miei “piccoli”, ma… dieci favole da leggere, analizzare e commentare, un numero che avrebbe previsto tempi piuttosto lunghi. Il Reading Workshop fortunatamente mi ha offerto la soluzione sotto gli occhi e in classe sono nati i Circoli Letterari!

Ho organizzato 4 gruppi, in ogni lezione ciascun gruppo ha letto 2 delle favole assegnate e ha scritto annotazioni sul taccuino utilizzando lo schema ad Y (preziose le strategie indicate da Serafini).

Con la lettura delle prime due favole avevo spiegato come utilizzare lo schema, mostrando il mio e costruendo i primi due con loro.

Il lavoro all’interno dei Circoli

Nei gruppi i bambini si sono organizzati in maniera autonoma, scegliendo di volta in volta un lettore che leggesse ad alta voce la favola. Al termine della lettura i bambini ragionavano insieme sulla favola, lavorando sulla comprensione e, se necessario, ci si soffermava su parole nuove per alcuni di loro cercando di capirne il significato oppure ritornavano a leggere alcune parti se qualcuno di loro lo chiedeva.

Insieme quindi andavano a lavorare sullo schema che ognuno di loro aveva disegnato sul taccuino. Si confrontavano sulle Impressioni (La favola era apparsa chiara a tutti? Era stato semplice dedurre la morale?).

Ragionavano quindi sulle Domande a cui dovevano rispondere, due o tre domande per ogni favola per capire il ruolo dei personaggi o le conseguenze delle loro azioni, negoziando le risposte da scrivere.

Infine riflettevano sulle Connessioni, sui collegamenti con la loro vita, raccontandosi, nel caso del nostro libro, le loro esperienze con il mondo di Internet e dei social. Inizialmente alcuni di loro erano un po’ reticenti, ma il clima che si era stabilito nei piccoli gruppi ha fatto in modo che ognuno di loro si sentisse libero di parlare senza essere giudicato.

Compilavano così lo schema sul taccuino, mettendo insieme tutte le loro riflessioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come fase conclusiva del percorso di lettura, ho organizzato un lungo momento di conversazione in cui abbiamo parlato di tutte le favole, confrontando le impressioni e le risposte dei vari Circoli e, liberamente, alcuni bambini hanno riferito le connessioni raccontando le loro esperienze all’intero gruppo classe.

L’attività si è rivelata molto positiva e, oltre al tempo “ottimizzato”, ho ottenuto tanti buoni riscontri nella lettura:

  • condivisione della comprensione di testo;

  • confronto tra opinioni e punti di vista differenti;

  • condivisione di esperienze personali.

 

In classe si respirava davvero l’aria di una vera propria comunità di lettori.

 

 

 

 

 

Bibliografia

  1. Jenny Poletti Riz, Scrittori si diventa
  2. Aidan Chambers, Il lettore infinito
  3. Frank Serafini, Around the reading workshop in 180 days
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1 thought on “Circoli letterari a scuola – Come adattare un progetto al Reading Workshop”

  • Ciao Laura,
    mi ritrovo molto in questa esperienza. È da molto che inserisco i progetti nel lavoro di classe, sono stata anche insegnante prevalente e la cosa era più complessa, ma molto “divertente” alla fine. Quest’anno avrò italiano in una prima (primaria) e vorrei cominciare a lavorare con la Y già da subito.
    Leggevo, non ricordo in quale tuo articolo, che anche tu avresti voluto provare un avvio in prima. Non trovo molto del metodo per la prima classe; ti piacerebbe se ci confrontassimo di tanto in tanto?
    A presto, buon lavoro

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