Tema del mese: febbraio – la valutazione

Tema del mese: febbraio – la valutazione

Il mese di febbraio ci trova ogni anno alle prese con la necessità di tirare le fila, di assegnare un valore al percorso compiuto dai nostri ragazzi racchiuso in un singolo voto che dovrebbe riassumere molteplici aspetti e considerare numerosi fattori. Non è un compito per niente semplice né tantomeno sempre gradito, anche se non possiamo sottrarci da questo aspetto della nostra professione: molti di noi avranno sperimentato la complessità di questa operazione, perché – ne siamo tutti consapevoli – valutare non è semplicemente mettere un voto sulla pagella. Ecco quindi che, accanto al racconto dell’utilizzo di alcune strategie didattiche, abbiamo deciso di dedicare il tema di questo mese alla valutazione.

Prima però apriremo con un articolo su uno strumento di analisi e di riflessione che sta riscuotendo molto successo e sul quale ci è parso necessario fornire un approfondimento: il one pager.

Il tema della valutazione sarà, quindi, proposto con un corposo contributo scandito in due parti: la prima su alcuni aspetti generali, la seconda sulla valutazione all’interno del laboratorio di lettura e di scrittura.

Chiuderemo il mese con il racconto dell’esperienza dei circoli di lettura alla scuola primaria.

Intanto per cogliere il senso della valutazione nel WRW vi invitiamo a ripercorrere l’intervento di Jenny Poletti Riz a Didattiche 2018 per riflettere su una valutazione “che nutre”, vedere un esempio di “rublist” (strumento a metà tra rubric e checklist) e uno di process paper (strumento che favorisce la metacognizione e l’autovalutazione degli studenti).

Buona lettura!

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5 thoughts on “Tema del mese: febbraio – la valutazione”

  • Tema oltremodo interessante e spinoso, quello della valutazione. Personalmente trovo tremendamente difficile riuscire a conciliare il metodo di valutazione proposto dal WRW con il metodo tradizionale che è quello con cui, ahimè, alla fine abbiamo tutti utilizzare. Come tradurre in voto tutta una serie di indicatori ai quali è stato attribuito un punteggio pensato e attentamente ponderato in base a quanto è stato fatto in classe? Dove inserire la parte, corposa, dell’autovalutazione grazie alla quale i ragazzi stanno imparando a riflettere sul proprio agire e sull’agito? Io mi sono trovata in estrema difficoltà perché, se da una parte ho utilizzato (con enorme vantaggio per me e per i miei ragazzi) tutte le griglie suggerite da Jenny nel suo libro, dall’altra è stato frustrante non poter riflettere tutte queste osservazioni nella valutazione finale. Sono proprio molto curiosa di sapere come avete proceduto voi che applicate questa metodologia da più tempo.

    • Grazie Barbara, spero sapremo rispondere alle tue domande con gli articoli che leggerai.La valutazione è qualcosa di molto complesso, soprattutto perchè noi tendiamo a porre troppo attenzione sulla natura sintetica della valutazione, sull’8 o il sette che mettiamo. Sappiamo benissimo però quanti indicatori ha quell’otto e quali descrittori. Il voto è la registrazione di un percorso, la descrizione di un apprendimanto, il tentativo di dare valore a un percorso. Credo fortemente che dobbiamo accompagnare i ragazzi in questo, ma lavorare lentamente anche all’interno dei consigli di classe e dei dipartimenti. Essere da soli è difficili e faticoso, per questo dobbiamo cercare di armonizzarci con il nostro istituto e di cercare la mediazione

  • Sulla parte dell’autovalutazione: io la lascio allegata ai loro pezzi, oppure al taccuino. I miei ragazzi hanno un portfolio in cui raggruppano i pezzi che ritengono più significativi e grazie al quale stendono una sorta di biografia del loro percorso di lavoro in Italiano. Insomma, ci provo.

    • Splendida, Linda, la tua idea di permettere ai ragazzi di conservare traccia del proprio percorso e dell’autovalutazione. Mi sembra un’iniziativa molto orientativa. Immagino tu abbia dovuto chiudere l’autorizzazione del Dirigente scolastico. A noi, a giugno, viene sempre chiesto di protocollare e mettere in scatola chiusa tutte le prove e le produzioni scritte. Magari proverò anch’io a chiedere l’autorizzazione . Grazie!

  • Anche se non lavoro in una scuola che fa pressioni su come si valuta, è comunque difficile esprimere coi numeri lo sguardo che il laboratorio riesce a dare sulle competenze dei ragazzi. Purtroppo il sistema di valutazione è abbastanza schizofrenico al momento, e sulle competenze gli istituti si stanno arrangiando. Bisogna considerare anche questo quando cerchiamo tenere tutto in equilibrio. Mi aiuta vedere che la metacognizione, il confronto tra pari, l’autovalutazione tramite portfolio sono tutte tappe verso la crescita della consapevolezza di ciascuno. La valutazione resta la fotografia di un momento, su questo bisogna scendere a patti, ma è anche uno specchio da non sottovalutare poichè è affiancato da tutto il lavoro di costruzione della valutazione che facciamo insieme. Senza pretesa di essere infallibili : ai ragazzi bisogna riconoscere la loro parte di responsabilità e di scelta. Quest’anno ad esempio ho deciso che metterò un voto per l’autovalutazione di metà anno. Vediamo .

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