Scrivere prima di scrivere un testo espositivo. Piccolo catalogo ragionato di strategie per la prescrittura.

Scrivere prima di scrivere un testo espositivo. Piccolo catalogo ragionato di strategie per la prescrittura.

Il modo in cui uno scrittore dà forma e trasmette ai suoi lettori un argomento che padroneggia è ciò che rende efficace un testo espositivo. Già: per la buona riuscita dei testi nonfiction dei nostri studenti è fondamentale lavorare fin dai primi step del percorso, anche durante la fase di immersione, su due elementi chiave: mente e voce. Le loro conoscenze e la cifra stilistica con cui scelgono di condividerle.

Pensiamoci: cosa accade nel mondo reale? Quando leggiamo saggi, riviste o articoli per informarci, farci un’opinione o studiare, tutti noi lettori vogliamo essere sicuri di trovarci tra le mani di un esperto dell’argomento che stiamo approfondendo, a cui ci stiamo avvicinando o di cui siamo appassionati.

Per questo, e dal momento che uno dei capisaldi del Writing and Reading Workshop è l’autenticità, la scelta di lavorare in classe sul testo espositivo o su quello argomentativo ci impone, in primis, di offrire ai nostri studenti la possibilità di darsi il tempo necessario per diventare “esperti di”. I ragazzi saranno pronti a scrivere di un argomento solo quando si sentiranno pronti ad insegnarlo.

No. Non si tratta “solo” di spingerli a cercare informazioni, tenersi lontani dalle bufale, confrontare dati, prendere appunti… Dobbiamo far in modo che tengano a bada l’urgenza irrefrenabile di scrivere un pezzo finito, ma dobbiamo far sì che lo facciano scrivendo, confrontandosi coscientemente con un tipo di scrittura che è molto probabile che già utilizzino ma di cui non è detto che conoscano l’esistenza: quella esplorativa.

Tra i tanti testi sul WRW che sono ormai sparsi per casa mia in ogni dove, quello che mi è stato più utile per la progettazione di questo particolare aspetto del percorso sull’espositivo è stato “Nonfiction craft lesson” di Ralph Fletcher e Joan Portalupi. Un libro snello ma denso, in cui le strategie, suddivise per ordine di scuola (da K-2 a K-8, le nostre primaria e secondaria di I grado, per intenderci), fanno riferimento a questa organizzazione tematica: attenzione al lettore, descrizione, focalizzazione dell’argomento, sviluppo dell’idea, convenzioni di scrittura, convenzioni proprie della nonfiction, prendere appunti, organizzazione del testo, formati specifici per la pubblicazione di nonfiction, lessico.

Quella che segue non è la traduzione del libro. Si tratta invece di un brevissimo catalogo delle strategie che ho proposto ai miei studenti. Alcune come minilesson di classe, altre a piccoli gruppi, altre ancora suggerite a singoli alunni durante le consulenze individuali. Dal momento che in diversi casi ho reinterpretato o leggermente modificato le proposte di Fletcher e Portalupi (cambiandone anche il nome, a volte) per adattarle alle mie classi, ho pensato di condividere con voi, accanto alla spiegazione di ciascuna strategia, alcune delle annotazioni sul campo che avevo inserito nel mio taccuino del docente durante o dopo la loro messa in pratica.

ASPETTO della PRESCRITTURA STRATEGIA ANNOTAZIONI SUL CAMPO
Scegliere l’argomento  Attivatori A caccia di idee
Focalizza.

È il semi, non cocomeri” della non fiction.

Spesso i ragazzi scelgono argomenti troppo vasti e, quando affrontano la stesura delle bozze, i rischi sono due:  scrivono testi piatti, enciclopedici, in cui la loro voce non riesce ad emergere perché soffocata dai tanti dati oppure si imbarcano in imprese titaniche che nemmeno in due anni scolastici riuscirebbero a concludere.

Invitarli a definire quale sfumatura trattare dell’argomento che amano è cruciale. Meglio unire alla realizzazione del formato grafico della strategia anche qualche riga di riflessione scritta.

Mettere a fuoco ciò che si conosce o che si è appreso in fase di ricerca
K-W-L

3 colonne:

Know – Want to Know – Learned

(Quando studiano una fonte o cercano informazioni)

Spingere i ragazzi a scrivere per prendere coscienza di quello che già conoscono su un argomento è fondamentale. Ho utilizzato questa strategia in 2 step.

I passaggio: lettura del titolo del documento e quickwrite: tutto quello che, del mio argomento, questo titolo mi fa venire in mente.

II passaggio.: lettura esplorativa (parole in grassetto, titoli dei paragrafi, citazioni, osservazione di apparati testuali) e compilazione della I colonna (elenco di informazioni che già conosco che collego agli “elementi emergenti” della pagina)

Tanti, compilando la prima colonna, si rendono conto di quanto poco padroneggiano quel particolare argomento di cui sono appassionati.

Seconda colonna: cosa vorrei imparare leggendo questa fonte

Terza colonna: cos’ho appreso dalla lettura

Strategia da riproporre per studiare un testo espositivo che approfondisce quanto studiato a scuola.

Farsi intervistare da un compagno

Meglio un compagno che conosca già qualcosa sull’argomento: non un neofita (per non rischiare di restringere la discussione a informazioni superficiali) e non un super esperto (per evitare di andare troppo nello specifico).

Ottima strategia, questa, sia perché dà modo allo scrittore di sapere verso dove si dirige l’interesse dei suoi lettori sia perché gli fornisce un quadro globale degli aspetti che dovrà approfondire, evitando di sprecare tempo ed energie.

L’intervista può essere orale (ma da registrare e da riportare sul taccuino attraverso un QRCode) ma è meglio svolgerla subito in forma scritta. All’inizio della sessione di scrittura l’intervistatore scrive sul taccuino dell’esperto una serie di domande. Lo scrittore risponde sia facendo ricorso alle proprie conoscenze sia aiutandosi con i libri della biblioteca di classe, con i propri testi di studio o con ricerche on line.

Tavola dei contenuti Quickwrite di 3 minuti: elencare tutto ciò che si sa (anche non paragrafi lunghi ma brevi frasi e concetti)

L’ho utilizzata come strategia in un piccolo gruppo perché diversi alunni hanno scelto di trattare di uno stesso argomento.

Modalità  di lavoro utile all’apertura di un confronto. Efficace perché

  • i ragazzi integrano vicendevolmente le proprie conoscenze
  • non è raro che debbano ricorrere al confronto di più fonti per verificare incongruenze
  • prendono consapevolezza che uno stesso argomento può essere affrontato mediante approcci differenti
Collezionare idee e informazioni Bacheca AAA – esperti cercasi – fuori dalla classe o nell’atrio di ingresso

Indicare in bacheca gli argomenti che si stanno studiando.

Avete libri che ne parlano? Volete condividere le vostre conoscenze?

Qui ad essere protagonista è l’intera comunità scolastica.

La scrittura esplorativa in questo caso consiste nell’archiviazione del materiale reperito a scuola. Noi abbiamo scelto di archiviare secondo queste categorie

  • fonte – (titolo, autore, tipologia)
  • proprietario (non solo perché poi deve essergli reso il materiale ma perché può essere un esperto con cui confrontarsi)
  • contenuti (breve indice, primo sguardo post lettura esplorativa)
  • “per cosa può essermi utile”
Batteria di domande

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quali domande rivolgerei a un esperto per saperne di più?

(cosa non so e vorrei conoscere dell’argomento?)

Almeno 5 pagine di taccuino – una domanda per pagina. Sotto la domanda annotare tutto ciò che si trova e ci viene in mente.

Ipotizzare indice e glossario In prescrittura costruire indice e glossario serve a mettere ordine alle proprie idee, a fermare le parole chiave, a focalizzare il lessico specifico.  Se l’indice inizia ad essere chilomentrico allora può essere necessario chiedere ai ragazzi di tornare a focalizzare (restringere ulteriormente l’argomento). Se l’elenco del linguaggio specifico è scarno si può proporre di rileggere le proprie fonti sottolineando le parole chiave e provando, a mente, a darne una definizione. Se la definizione non è richiamata velocemente alla mente dello studente esperto, allora ai lettori servirà sicuramente una voce di glossario che li sostenga nella comprensione.
S. A. F.

Studia – Annota (semplici info) – Freewrite per 10 minuti su quello che hanno imparato

Utile anche come strategia di studio per chi non si sente a suo agio nel ripetere ad alta voce. Può essere proposto anche come procedimento inverso al KWL.

  • Colonna 1: tutto quello che ho imparato (il free write – scrittura libera)
  • Colonna 2: cosa non mi sarei mai aspettato di imparare
  • Colonna 3: cosa sapevo già e cosa voglio approfondire
Progettare Parlane – parlane – parlane!

Spingerli a parlarne il più possibile – a parlare dell’argomento, a scrivere il loro progetto.

 

I ragazzi possono registrare una nota vocale quando, durante una consulenza con il docente o tra pari, fanno il punto sull’organizzazione del loro progetto (indice dei contenuti – concetti chiave – particolarità  – punti da approfondire ulteriormente)

Modalità più classica: annotare dopo averne parlato.

Interessante la scelta di un mio alunno di registrare brevi note vocali anche in previsione del process paper che avrebbe concluso il progetto di scrittura. Alle sue annotazioni vocali, oltre ai punti indicati sopra, aggiungeva ogni volta la motivazione delle sue scelte progettuali.

 

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3 thoughts on “Scrivere prima di scrivere un testo espositivo. Piccolo catalogo ragionato di strategie per la prescrittura.”

  • Innanzitutto, grazie di questo articolo Silvia! MI piace moltissimo il percorso che hai proposto ai tuoi ragazzi. Spesso abbiamo la pretesa (e la presunzione!) che i ragazzi sappiano scrivere testi che si ascrivono a una determinata tipologia senza fornire loro delle strategie specifiche e veniamo colti dallo sconforto quando leggiamo le loro produzioni incerte e superficiali. Ciò non sarà sicuramente capitato ai tuoi alunni si saranno sentiti molto supportati da te, complimenti! MI stavo domandando se parte di queste strategie (penso soprattutto alle prime due) potrebbero essere utili ai ragazzi che stanno per cimentarsi con la scrittura di un testo argomentativo. La mia intenzione è quella di farli scrivere su un argomento che stia loro particolarmente a cuore e sui quali si sentano un po’ esperti. Che ne pensi? Grazie!

    • Ciao Barbara, grazie a te del complimento. Prima di tutto un piccolo chiarimento: non ho proposto tutte queste strategie in un unico percorso. Avendo due classi in parallelo ho potuto testarne alcune in entrambe le classi ed altre in piccoli gruppi, a seconda delle necessità dei miei studenti. Hai ragione: la scelta di sostare molto nella prescrittura e, nello specifico, nella scrittura esplorativa, è proprio derivata dall’incertezza e dalla superficialità che erano emerse in alcune delle prime bozze. Per quanto riguarda l’argomentativo sì, alcune delle strategie proposte possono essere interessanti e riproponibili, con le dovute modifiche. Anche lì la questione è la solita: i ragazzi hanno una più o meno vaga idea di cosa li accalora ma si tratta sempre di questioni molto ampie, difficili da gestire nei tempi scolastici, anche quelli del laboratorio. Quando li vedo affrontare la prescrittura, spesso, mi viene in mente quello che Calvino scrive in Palomar: “solo dopo aver conosciuto la superficie delle cose ci si può spingere a cercare quel che c’è sotto”. Ecco, per l’argomentativo io lavorerò al rientro delle vacanze sguinzagliandoli all’esplorazione della superficie, ossia alla ricerca di temi e problematiche da affrontare partendo dalla lettura di quotidiani e riviste. (ho già in mente un attivatore per collezionare il raccolto). Mi pare che sia anche una strategia di scrittura proposta dalla Serravallo (per il narrativo se non ricordo male): sfogliare il giornale alla ricerca di ciò che sporge, che ci provoca, che richiama il nostro interesse e che potrebbe spingerci a pensare su carta. (E poi, aprire gli occhi sul loro mondo gli fa sempre bene).

  • vorrei conoscere questo nuovo metodo : il Workshop e vorrei applicarlo nella mia classe perché vedo i miei alunni sempre più annoiati. Voglio rimettermi in gioco. Puoi darmi delle indicazioni? Grazie
    Filomena Tripaldi Scuola secondaria di I grado Picerno -PZ

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