Il laboratorio e la letteratura: diario di viaggio

Il laboratorio e la letteratura: diario di viaggio

A giugno ho accompagnato all’esame una classe che aveva svolto per tre anni laboratorio di lettura e scrittura. Raccolgo qui i miei appunti su un percorso che mi ha permesso di raggiungere risultati interessanti nell’approccio alla letteratura cosiddetta canonica. Il lavoro proposto nel laboratorio di lettura era sui racconti di Dino Buzzati. 

Febbraio 
Iniziamo con I giorni perduti. La settimana precedente ho proposto ogni giorno un’attività diversa su Dialogo di un venditore di almanacchi e di un passeggere di Leopardi: visto più volte il cortometraggio di Olmi; due alunni si sono offerti di recitare il dialogo; a coppie hanno condiviso le loro annotazioni sul taccuino.

Sul brevissimo racconto di Buzzati si lavora solo in plenaria. Durante la lettura a voce alta per loro il confronto ormai è spontaneo: sanno di poter interrompere se non capiscono o se notano qualcosa che li colpisce su cui vale la pena confrontarsi. I commenti dei ragazzi, che erano stati molto coinvolti dal testo di Leopardi, si focalizzano soprattutto su come i due autori affrontano i temi del tempo che scorre e la vanità dei sogni dell’uomo.

Marzo
Propongo Il mantello, letto dopo aver affrontato testi sulla grande guerra  (Ungaretti, l’albo La piccola grande guerra, passi dal diario di Jahier). Questa volta il tono del confronto è acceso perché si formano due fazioni: una sostiene che il ragazzo avrebbe dovuto rivelare alla madre di essere morto, per poterla salutare con più affetto e dirle addio; l’altra che invece fa bene a non farlo, per lasciare almeno una veloce illusione che tutto si sistemerà, che lui è davvero tornato. 

I ragazzi sanno dalle prime letture che gli autori da portare all’esame saranno Leopardi, Ungaretti e Buzzati. Non ho ancora fatto lezioni su biografia o poetica di nessuno dei tre: solo accenni diluiti nel tempo, quando ritengo siano utili per chiarire il contesto (leggendo A Silvia abbiamo riflettuto su quanto fossero frequenti le morti premature) e fornire elementi alle loro riflessioni (ho spiegato le ipotesi sulla malattia di Leopardi, ad esempio, ma non ho parlato di pessimismo). I ragazzi raccolgono queste informazioni per farne un quadro completo durante la preparazione dell’esame. Di Buzzati conoscono quindi le sue passioni, la montagna il giornalismo e l’arte, ma non ho fornito interpretazioni della critica.

Maggio 
Leggo Il colombre. Parto dubbiosa perché conosco le potenzialità del racconto ma temo di aver lasciato passare troppo tempo tra una proposta e l’altra. So che ora devo tirare le fila e presto seguiranno anche le lezioni (quasi) tradizionali che completano il contesto di ciascuno dei tre autori.

Dopo la mia lettura a voce alta, durante la quale mi dico che un silenzio così teso lo ricevo soltanto per certi racconti di paura, li ho divisi in coppie o terzetti a compilare lo schema a Y, invitandoli a non cercare di riempire tutto ma stare invece più seriamente sulla parte che preme di più. Dopo 30 minuti, durante i quali passo tra i gruppi ascoltando per capire i diversi focus, li ho dovuti fermare. Ho chiesto ad ogni gruppo di scegliere un tema solo da discutere in plenaria. E anche in questo confronto sono stata costretta a tagliare perché ormai stava finendo l’ora. Ed è qui che ho colto i frutti ed ho fugato il mio timore che un mese tra un testo e l’altro fosse troppo. A quel punto ho proposto di usare gli appunti per incominciare a scrivere il loro commento su Buzzati, quello che potranno sostenere durante l’esame, alla luce dei testi letti. E hanno scritto di slancio, senza quasi soluzione di continuità rispetto al lungo dialogo avuto coi compagni. Come lo sfociare naturale di tutto quello che avevano da dire.

Nelle due settimane successive ho deciso di cambiare i miei piani per assecondare la loro richiesta di leggere altri racconti dell’autore e ora ne conoscono otto.

Conclusione
Scrivere di quello che si legge si può fare. Lo proponiamo nel lancio del laboratorio come stimolo ad usare la scrittura per sviluppare il pensiero. Poi potenziamo le loro capacità fornendo strategie e, pian piano, ognuno trova il genere che preferisce per farlo e la propria voce. Questi ragazzi hanno iniziato in seconda a scrivere recensioni sui libri di letteratura moderna e commenti sugli autori, quando hanno scritto un testo espositivo su un canto di Dante. Sono diventati capaci di formarsi opinioni su un testo e il suo autore, facendo confronti tra i diversi temi che ha affrontato nelle sue opere.

All’esame ognuno ha potuto parlare di un autore a partire dal proprio commento, dalle proprie osservazioni: eccone alcune.

Joyce

In queste storie, risalta in particolare il potere e la superiorità degli animali nei confronti dell’uomo che, al contrario, non affronta le sue preoccupazioni e problemi, vivendo nell’immaginazione e nella paura. (indifferenza del genere umano)

Io ho scelto due storie abbastanza simili tra di loro, ovvero “I ricci crescenti” e “I giorni perduti”. Infatti, anche se nel primo si parla della malizia degli uomini contro la natura e quindi, del fatto che la natura non possa vendicarsi (una sorta di ingiustizia, la definirebbe l’autore) e nel secondo di un uomo ricco e potente, e di come egli diventi debole e provi quasi un senso di angoscia osservando il suo passato, il suo carattere terribile e le opportunità perdute (che rispecchiano quelle del genere umano). In entrambe l’uomo si senta superiore finché le diverse situazioni sono “a suo favore”, ma quando scopre le sue debolezze o che c’è qualcuno o qualcosa più “forte” di lui, non sa come reagire, perché ha sempre vissuto con spensieratezza, senza mai preoccuparsi delle sue azioni, anche se negative (come nei “ricci crescenti”, dove i ricci protagonisti trascinano un loro compagno ferito dall’uomo protagonista). Quindi queste sue storie, come le altre, sono contro l’essere umano e quasi di protesta, come se noi dovessimo imparare a vivere rispettando di più ciò che ci circonda.

Raffaele

Ne “Il colombre”, il messaggio che può voler far trasmettere è quello che l’uomo a volte vuole rischiare troppo la sua vita. Penso questo in quanto il protagonista continua ad andare in barca, pur sapendo che una creatura marina pericolosa lo perseguitava. Anche oggi ci sono persone che la rischiano per una propria passione, o anche il fatto di sentire il bisogno di provare forti emozioni. Alla fine, però, vediamo un colpo di scena: il colombre, in realtà, voleva portargli felicità, amore e pace. Possiamo anche interpretare diversamente la storia in base a questo finale: l’uomo spesso si trova davanti a opportunità, ma che molto spesso ignora o lascia stare. Il padre potrebbe rappresentare gli ostacoli che si incontrano al raggiungimento di questi. Chissà anche nella nostra vita quante opportunità ci lasciamo sfuggire, ad esempio quando commettiamo degli errori che avrebbero potuto portarci ad anche brevi momenti di felicità. Penso che nella vita sia importante cogliere tutte le opportunità che essa ci offre.

Bibliografia

Per l’approccio alla letteratura:
Kyleen Beers e Robert E. Probst, Notice and Note, Heinemann
Nancie Atwell, In the Middle, Heinemann

Per la costruzione del percorso di scrittura di un saggio-recensione:
Lucy Calkins e Cory Gillette, Breathing life into essays, (grades 3-5), Heinemann

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3 thoughts on “Il laboratorio e la letteratura: diario di viaggio”

  • Sto leggendo anch’io i racconti di Buzzati per usarli nel WRW. Avrei bisogno di qualche chiarimento. Non riesco a capire come hai lavorato sui testi. Ci racconti delle reazioni dei ragazzi e delle loro posizioni rispetto ai testi letti ma non capisco attraverso quali tappe ci sia arrivata. Quali strumenti del WRW ha usato? Come hai impostato le ML? Solo schema a y per il RW? Dici giustamente che è possibile scrivere di ciò che si legge ma su quale parte del testo esattamente e come? I racconti di Buzzati si prestano ad essere indagati proprio dal punto di vista della costruzione della storia. Ha fatto ml sull’incipit? Montagna della storia? Moltissimi sono utili per il what if. Mi piacerebbe anche capire i tempi di questo bel lavoro. Grazie in anticipo per la disponibilità.

    • Grazie Brigida perchè mi dai l’opportunità di entrare più in profondità rispetto alla prassi quotidiana. Nelle premesse ho spiegato che questi ragazzi hanno lavorato dalla prima con il laboratorio di lettura, quindi in terza la maggior parte era già autonoma nel lavoro di analisi dei testi. Questo significa che l’insegnante non è il solo a proporre strategie di comprensione e approfondimento. Di fatto non c’è stata nessuna ML specifica perchè la discussione che seguiva la lettura ad alta voce era gestita da loro e da me alla pari. Hanno imparato a farsi domande di qualità sui libri di letteratura per ragazzi che hanno letto individualmente e in plenaria per due anni. Quindi il lavoro sui racconti di Buzzati per loro è stato un compito di realtà, se vogliamo incasellarlo per capirci meglio: hanno utilizzato in autonomia competenze esercitate nel tempo. Alcuni esempi di strategie che ormai sapevano applicare sono i seguenti. In bibliografia ho citato Notice and note: gli autori insegnano a riconoscere nei testi di narrativa sei momenti topici che stimolano l’approfondimento sui personaggi e sui temi. Li hanno chiamati signpost, cioè i segnali stradali del lettore, utili per fermarsi a riflettere sui nodi della trama più significativi o sulle scelte che deve fare il protagonista. Scrivere di ciò che si legge significa infatti riflettere su carta, cioè fissare sul taccuino quello che penso mentre leggo. Si tratta, ad esempio, di esperienze che affronta un personaggio e aiutano il lettore a capire meglio cosa prova, le sue reazioni e i successivi sviluppi del racconto. Oppure posso accorgermi che due libri trattano il tema dell’amicizia da punti di vista diversi e decido di fermarmi a ragionare per rendermi conto di qual è il mio, per capire meglio la vita reale.

      Nelle tue domande fai riferimento a ML che però sono soprattutto di scrittura narrativa. I ragazzi invece hanno scritto dei commenti letterari, quindi le ML che hanno riutilizzato erano quelle che avevo fatto in seconda su come scrivere un commento su un canto della Divina commedia. Da ottobre a dicembre era stato fatto un percorso di due mesi sulla scrittura del testo espositivo, in cui avevano esplorato un argomento scelto tra le loro passioni. Poi avevo introdotto le ML necessarie a passare dall’espositivo al commento letterario: come reperire e rielaborare le informazioni da fonti certe e dal loro taccuino; sostenere le proprie affermazioni con brani del testo analizzato; pianificare le struttura e l’impaginazione del testo, considerando anche un apparato paratestuale; pianificare la tipologia di paragrafi; legare i paragrafi con le congiunzioni; utilizzare un incipit che coinvolge il lettore e un paragrafo finale che riassume la tesi del commento.

      Infine, riguardo i tempi, nell’articolo ho specificato i mesi ma per andare nel dettaglio devi sapere che il mio orario settimanale prevede 1 ora di lettura individuale con le mie consulenze; 1 ora di grammatica, 2 sessioni da 2 ore di laboratorio di lettura e scrittura. Spero di esserti stata utile!

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